mario perrotta

Quadri concentrici. Nell’atelier di Mario Perrotta

di Fabrizio Di Buono

DSCN1408È sempre un piacere entrare nell’atelier di qualche artista, ancor di più se il pittore è un amico a cui piace conversare e stupire con gli ultimi lavori. Tutti lo conoscono per paesaggista e, magari, è vero, ma in questo 2014 Mario Perrotta colpisce maggiormente per il lavoro che crea geometrie bizzarre, simmetrie che mantengono qualcosa del paesaggio però utilizzate in forme e contesti diversi, anche perché il paesaggio dipinto, con il tempo, è andato deturpandosi, con modifiche o con il tempo che logora e nessuna cura umana, a discapito dell’armoniosa simmetria ritratta.

Un nuovo filone che scopre l’immagine partendo dal suo centro e spostando lo sguardo verso l’esterno, definendo le forme, i soggetti che si ripetono e alterano, come stagioni, come il tempo segnato da un orologio. Spesso la congiunzione di linee genera un simpatico roteare come in “Cravatta”, linee decise, forme ben definite e semplici per una composizione armoniosa. C’è tempo, anche, per lo scherzo e per le storie passate nella pittura di Mario, sempre perché lo studio di un pittore è frequentato da fatti sociali, presenti, passati e non più fatti, ossia sentori futuri e ricordi. “L’eterna rincorsa” è un’opera molto divertente e complessa, il quadro è circolare, con la DSCN1404figura femminile che irrompe nel contesto circolare, mentre viene ritratta in forma speculare, spalle e frontale, lato destro e lato sinistro, tagliando il quadro in quattro spicchi ad angoli di novanta gradi. La figura maschile, invece, viene ritratta in posizione di cammino affannato, protratta in avanti, ma incapace di raggiungere la figura femminile, la donna desiderata, o magari l’utopia. La corsa dell’uomo sembra essere circolare, ma in realtà i piedi poggiano su di un quadrato. Lo sfondo circolare, ruota grazie a figure triangolari dalla base concava, che come una girandola accompagnano e danno spinta all’eterna rincorsa.

Altro quadro armonioso e con simile fattura concentrica, dalle geometrie circolari esterne e che assumono complessità proiettando lo sguardo verso il centro, è “Il volo armonico”, in cui, su uno sfondo celeste, l’apertura d’ali delle colombe accompagna i cuori che sorreggono i quattro volti di donna raffigurati in centro, raccolte attorno un quadrifoglio. Concludendo sui quadri circolari, “Farfalle e girasoli” è un volo di farfalle verso il centro del quadro, centro che vede raccolti tre girasoli che le attendono, ma l’armonia delle forme lasciano vedere, isolando i soggetti raffigurati, DSCN1406un’apertura verso l’esterno, un volo contrario delle farfalle rispetto a quello dello sguardo. Farfalle che non si posano sul fiore per conservare un’armonia geometrica. Infine “Palau” luogo di teatro e di musica, altro quadro che segue una rotazione, mantenendo ancorato il centro, un quadrato rosso in cui emergono tre maschere, elemento principe del teatro per dire verità e finzione assieme, ma lo sguardo attento non può mancare di notare altre maschere che appena emergono, come se oltre agli attori, a fingere forse, spesso, sono gli applausi o i loro detentori. Attorno al teatro, la musica, quattro violoncelli che ancorano il giro del pentagramma che segue precise linee di intersecazione con lo spartito seguente.

La circolarità delle opere si interrompe con “A confronto”, un’opera minimalista all’apparenza, sempre con un gioco di specchio però, che lascia riprodurre lo stesso fiore in colori differenti, una diversità che si forma dallo stesso punto di DSCN1412partenza, una linea verticale che però decide l’esistenza rossa di una parte e l’esistenza blu dell’altra. Lo sfondo però è uguale per tutti, nero. Adagiati sui petali dei fiori due figure prepotenti nelle loro geometrie: due persone sedute l’una di fronte l’altra, rosso e blu nuovamente, che però risiedono nel campo opposto del colore detenuto. Due dimensioni identiche che confrontano il denaro che lasciano scivolare in terra, come ciottoli di un comune terreno.

Ultimo quadro che prendiamo in considerazione, ma più per il periodo verso cui ci avviamo, ossia le elezioni del 23 novembre, è “Cambio di casacca e di corrente”, in cui il mare viene diviso in due dimensioni parallele in cui la realtà muta: due pesci gialli e uno rosso si dirigono a sinistra nella dimensione superiore; in quella inferiore i pesci gialli diventano rossi e il rosso diventa giallo, dirigendosi verso destra, facendo cambiare verso anche alle alghe, l’elemento che maggiormente avverte il cambio di corrente. Un quadro leggero nel disegno, allegro e spensierato, ma che pesa, come uno sfogo che non urla più, nel dire: era quello di prima che ora cambia colore e si crede vergine e immacolato.

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