tela del ragno

Tela del Ragno – Le richieste del Pm e la situazione Ospedale

Divisa in due udienze della durata complessiva di oltre quattordici ore, la requisitoria di Eugenio Facciolla si è conclusa con le richieste presentate alla corte.

Formulate con l’aggravante del “metodo mafioso” (art. 7 d.l. 152/91), alcune accuse sono state ulteriormente inasprite perché, determinati imputati, avrebbero commesso i propri reati pur essendo sottoposti al regime di sorveglianza. Questo l’elenco delle richieste di condanna: Giovanni Abruzzese, 17 anni; Paolo Brillantino, 12 anni; Luca Bruni, «non doversi procedere per morte del reo»; Adamo Bruno, 6 anni; Antonio Buono, 13 anni e 20.000 € di multa; Giovanni Carrateli, 15 anni e 15.000 € di multa; Aldo Caruso 10 anni e 20.000 € di multa; Valerio Crivello, 20 anni; Giuseppe Curioso, 12 anni e 23.000 € di multa; Vincenzo Dedato (collaboratore di giustizia), 6 anni; Antonio Ditto, 13 anni; Gennaro Ditto, 24 anni e 30.000 € di multa; Carmela Gioffré, 13 anni; Stefano Di Vanno (collaboratore di giustizia), 6 anni; Maurizio Giordano (collaboratore di giustizia), 4 anni; Giancarlo Gravina, 17 anni; Giuseppe Lo Piano, 20 anni; Alessio Martello, 17 anni e 20.000 € di multa; Francesco Martello, 13 anni e 17.000 € di multa; Mario Martello, 24 anni e 30.000 € di multa; Liberato Martello Panno, 13 anni; Mario Mazza, 20 anni e 15.000 € di multa; Umile Miceli, 13 anni; Fabrizio Poddighe, 20 anni e 15.000 € di multa; Ilario Pugliese, 15 anni e 15.000 € di multa; Alessandro Serpa, 9 anni; Gino Serpa, 9 anni e 15.000 € di multa; Nella Serpa, 20 anni e 20.000 € di multa; Livio Serpa, 18 anni e 20.000 € di multa; Mario Serpa, 15 anni e 15.000 € di multa ; Giuliano Serpa (collaboratore di giustizia), 13 anni e 10.000 € di multa; Ulisse Serpa 13 anni e 13.000 € di multa; Giuseppe Sirufo, 9 anni; Franco Tundis, 24 anni e 30.000 € di multa; Francesco Pino Trombetta, 13 anni e 15.000 € di multa; Pietro Sebastiano Vicchio, 13 anni.

A questo elenco fa il paio quello relativo alle richieste di assoluzione: Antonio Esposito; Luca La Rosa; Patrizia La Rosa; Mario Matera; Andrea Occhiuzzi; Francesco Porco; Michele Tundis.

Pur considerando che oggi si riprenderà con l’udienza delle parti civili, dei collaboratori di giustizia e con l’arringa difensiva per due imputati, sarebbe il caso di riportare un intero passaggio della requisitoria del Pm, che ha reso nitido un quadro a tinte fosche, incorniciato da un contesto “tollerante”, che poco si addice ad una comunità che vorrebbe opporsi alle logiche mafiose.

Parlando delle modalità estorsive condotte nei confronti del titolare della ditta Ecotec, Facciolla ha lamentato questa situazione: «Luigi Ferrise (l’imprenditore taglieggiato, ndr) prende un appalto con l’Asp e deve relazionarsi con Livio Serpa. Alla domanda se sapesse che lavoro faceva Livio Serpa, che non era il direttore sanitario dell’Asp di Paola, lui ha risposto di aver sempre saputo che “guidava le ambulanze”. A questo punto bisognerebbe vedere qual era il rapporto che aveva Livio Serpa con l’azienda sanitaria, è una cosa che andrebbe analizzata aprendo anche un fascicolo d’indagine a parte. Perché in discussione non è tanto il fatto che Livio Serpa potesse gestire i rapporti con l’imprenditore appaltatore di un servizio all’interno dell’ospedale, ciò su cui bisognerebbe indirizzare l’attenzione è il dato inerente il “come” lui potesse avere rapporti con quell’Asp». Per rimarcare questa situazione, Eugenio Facciolla cita un esempio a suo parere esaustivo: «Quando Edyta Kopacinska (collaboratrice di giustizia, moglie di Michele Bruni, boss del clan “Bella Bella”, ndr) riferisce di un’occorrenza nella quale ha dovuto far ricorso delle cure mediche, dice che: “Michele era latitante ad Amantea ma io stavo male, abbiamo avuto necessità di rivolgerci a qualcuno ed abbiamo chiamato Nella (Serpa, ndr) e grazie al suo intervento sono stata ricoverata in ospedale per il periodo necessario alla mia riabilitazione”». Per il Pm, questo fatto è emblematico di una modalità padronale che ,nel proseguimento della requisitoria, s’è ulteriormente aggravata. Alla Kopacinska, che ha riferito di questa occorrenza, il magistrato ha chiesto se conoscesse il ruolo svolto da Nella Serpa nell’ospedale e, anche lei come Ferrise, ha risposto: «io sapevo che guidava le ambulanze». Questo fatto, per Facciolla, apre scenari sui quali bisognerebbe indagare, in quanto: «già è stato segnalato che Livio Serpa non poteva rientrare nel “famoso” decreto della stabilizzazione dei precari dell’azienda ospedaliera, perché non aveva mai avuto nessun rapporto di lavoro con l’Asp di Cosenza o con l’azienda sanitaria. La legge, quel decreto sulla stabilizzazione prevedeva, come condizione necessaria e sufficiente, che ci fosse un pregresso rapporto d’appartenenza, un rapporto di lavoro, anche temporaneo o saltuario con l’azienda sanitaria. E non c’era, non è emerso».

Il magistrato ha così lasciato intendere la possibilità di connivenze stratificate anche in altri ambiti, vertici sui quali probabilmente si indagherà.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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