tela del ragno

Tela del Ragno – Nella Serpa e le molestie subite dal cugino [Giuliano Serpa]

Nonostante si sia ormai avviato alle battute finali, il processo “ Tela del Ragno ” continua a riservare colpi di scena. Durante l’udienza di ieri l’imputata Nella Serpa ha chiesto la parola per rilasciare alcune dichiarazioni spontanee. Accordatole il permesso, la donna ha iniziato a leggere un discorso lungo oltre sedici facciate di computisteria, ricostruendo la sua storia e i fatti che ne hanno condizionato il percorso. Con la voce rotta spesso dall’emozione, intensa nei momenti in cui ha nominato il membro che, più d’ogni altro, le manca della sua famiglia, la signora per cui Facciolla ha chiesto una pena di vent’anni ha svelato retroscena riguardo la figura di suo cugino, Giuliano Serpa. Definito un «pesciaiolo» per i suoi modi rozzi, l’attuale collaboratore di giustizia, per l’imputata, sarebbe all’origine di tutti i mali accorsi alla famiglia. Stante la ricostruzione di Nella, dietro l’omicidio di suo fratello Pietro ci sarebbe proprio il suo parente “pentito”, quel cugino dal quale persino il padre lo aveva esortato di stare alla larga. «Mio padre era molto arrabbiato per il fatto che Pietro avesse iniziato a frequentare di nuovo Giuliano – ha dichiarato la donna – ed un pomeriggio mi chiese di accompagnarlo perché voleva parlarne con lui. Quindi andammo da Pietro e mio padre gli disse: Ma tu ancora con questi (Ulisse e Giuliano Serpa, ndr) ti frequenti? Ma non lo hai capito che hanno ucciso ad Ennio (Serpa, ndr) e a te, Giuliano, ha fatto un attentato? Come se ti avesse ucciso! Come te lo devo dire che a questi li devi lasciare stare?!. Pietro però rispose: Papà, purtroppo mi sono venuti a trovare e non ho potuto cacciarli via». Ad aggravare il quadro, sempre per l’imputata, vi è poi la convinzione che la sanguinosa imboscata, in cui i sicari eliminarono suo fratello, sia stata ispirata dai due cugini “collaboratori”. Nonostante l’identificazione degli esecutori materiali sia chiara: «Gennaro Ditto e Antonello La Rosa sono stati quelli che, per me, hanno ucciso mio fratello Pietro»; per Nella Serpa sussisterebbero dubbi relativi alla dinamica dell’agguato. La donna lo ha ricostruito basandosi sulla testimonianza oculare di suo nipote Andrea Gentile, figlioccio di Ulisse Serpa che, nella tragica sera in cui si consumò l’omicidio di Pietro, fungeva da accompagnatore. Il racconto della donna è quindi riportato dal punto in cui è arrivata sul luogo in cui suo fratello giaceva ormai in terra esanime. «Lui (Andrea Gentile, ndr) mi disse che, mentre stava uscendo da casa alle 19.30 (Pietro Serpa sarebbe stato ucciso un’ora più tardi, ndr), Ulisse gli ha detto: André vedi che ci sono i fari della tua macchina che non vanno bene, fatteli controllare da Pietro stasera quando arrivate, che al buio si vede meglio». Un dettaglio sottile che, come un tarlo, nella mente dell’imputata potrebbe aver assunto la consistenza di una perdita di tempo fatale e, forse, pianificata. Un ulteriore motivo per il quale Nella Serpa non nutriva alcuna stima nei confronti di questi parenti, soprattutto di Giuliano Serpa, è stato svelato allorquando “la Bionda” ha raccontato un episodio di molestie sessuali subite. Secondo la versione della donna, che in un pomeriggio del ’92 si era recata in visita da una cugina che abitava nello stesso stabile di Giuliano, l’uomo – dopo averla invitata per un saluto veloce – avrebbe cercato di abusare di lei forzandola a seguirlo in camera da letto. Operazione non riuscita solo grazie ad un’opportuna prontezza di riflessi.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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