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Parco Mediterraneo Paola – Situazione Insostenibile [VIDEOREPORT]

Una delle aree più popolose della “Città del Santo” vive nel degrado, nell’abbandono più totale, come fosse abitata da persone invisibili di cui soltanto la scure delle tasse si ricorda. Perché, è bene rimarcarlo, presso il Parco Mediterraneo Paola vivono cittadini contribuenti cui lo Stato non riconosce il sacrosanto diritto ad un’esistenza tranquilla. Quasi fossero degli avanzi di territorio, gli inquilini degli stabili posti a metà strada tra la ferrovia e l’ospedale, laddove la frana che condiziona il traffico cittadino spadroneggia indisturbata ormai da anni, convivono con uno stato dei luoghi insopportabile.

Senza illuminazione pubblica (eppure la strada, così come istituito dalla deliberazione consiliare n°11 del 6 giugno 2011, dovrebbe essere manutenuta dal comune); senza allaccio alla fognatura (per via del mancato accordo tra le 190 famiglie residenti, di cui 40 – composte in gran parte da “vacanzieri” – sembrerebbero indifferenti ai problemi collettivi); senza sicurezza (perché a dare un’occhiata ai quadri elettrici dei condomini viene da chiedersi in quale Paese del terzo mondo ci si trovi); senza speranza (perché a causa di una mancata ratifica catastale il comune fa spallucce dinnanzi al loro, denunciato problema) e senza tranquillità (perché la mancanza d’illuminazione, contestualmente all’assenza di strutture a protezione dei seminterrati in corso di allestimento, favorisce la presenza di balordi che – oltre a compiere traffici di ogni tipo – hanno scelto l’area persino come “deposito definitivo di carcasse d’auto di provenienza incerta”).

Andando per gradi e sviluppando l’elenco proposto, i problemi si acuiscono. Nella summenzionata delibera consiliare si specifica che «L’acquirente (nella fattispecie il comune, che ha rilevato la porzione di terreno identificata al catasto alla particella 724 del foglio 21, al prezzo di 100 euro, ndr) dovrà farsi carico delle spese di accatastamento e frazionamento del terreno sotto la supervisione del perito indicato dalla procedura». Operazione che – sin dai tempi dell’amministrazione Perrotta – non è mai stata compiuta, e che imporrebbe all’ente municipale perlomeno la piantumazione dei pali della luce per i quali sono anche state predisposte le nicchie e i relativi allacci. Per quanto concerne la fogna le note sono invece “dolenti”, perché le continue esondazioni e i relativi scoppi dei tombini costringono i cittadini a vivere barricati in casa, sia a causa dell’olezzo che per questioni legate alla salute, messa a repentaglio da liquami fognari composti da tutto ciò che viene “evacuato” sia nel gigantesco Rione Colonne che dall’Ospedale, dalle case popolari e dal condominio stesso. Ciò comporta continui allagamenti della strada, cristallizzati in enormi chiazze marroni arse al sole dei primi caldi o densamente agglomerati nei sottoscala all’aperto.

Una situazione per la quale Antonio Funaro, presidente del comitato di quartiere, ha dichiarato: «Tra 15 giorni saremo costretti a sgomberare».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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