paese in lutto

« Paese in lutto. Battaglia dei privati per le spoglie»

Nota congiunta del Comitato per la LIP di Paola e dell’Arci “Piera Bruno”, circolo di Paola

Quello che si è consumato nell’aula del senato è un abuso di straordinaria violenza del potere politico su un paese intero.

La riforma della scuola è stata imposta con la fiducia, nonostante la faticosa e lunga protesta di un’intera categoria, delle famiglie e degli studenti, che per mesi hanno tenuto testa al tentativo del governo di demolire la Scuola Statale. La primavera dei docenti è durata in realtà un anno intero: manifestazioni, scioperi epocali, blocco degli scrutini, digiuni, incontri, pubblicazioni, video, tutto il possibile è stato fatto, senza incidere minimamente sul percorso già segnato e scritto nelle pagine della TREEELLE, fondazione finanziata dal mondo bancario e industriale.

La caparbietà con la quale il PD ha perseguito il suo scopo, che gli è costata parecchio in termini di consenso e credibilità, la dice lunga sul potere reale di condizionamento dei veri promotori della riforma sulla politica nazionale.

Il governo proclama così la dimissione della scuola pubblica dai doveri dello Stato, festeggia l’ingresso dei privati, delle logiche di mercato e dell’asservimento al pensiero dominante nell’ultimo angolo di paese in cui ancora resisteva l’autonomia dal potere politico e riesce dove non era arrivata la destra: portare su un piatto d’argento la testa della scuola della Costituzione alla tavola degli interessi economici e politici. Confindustria e UE ringraziano, il paese è in lutto: la Scuola di Calamandrei è morta per mano di chi si dichiarava suo erede e con lei il portato culturale di un intero paese che fondava la propria identità sull’articolo 3 della Costituzione.

Quello di ieri è stato un capolavoro da iscrivere a pieno titolo nel filone dei tradimenti “tu quoque” e potrebbe avere in sé addirittura dignità letteraria se non fosse stato commesso da una pletora di mediocri e squallidi burattini del potere, messi e mantenuti lì dal potere stesso: un presidente del consiglio mai passato per le urne, un partito che ha tradito la sua stessa storia, un numero vergognoso di inquisiti, prescritti, condannati, imputati a vario titolo…in un parlamento abusivo.

Ma se la Politica in questo paese non esiste più, la scuola esiste ancora, resiste e rilancia: da settembre si aprirà un conflitto permanente nelle scuole, nel paese e presso la Corte Costituzionale.

Continueranno le proteste e gli scioperi, si seguiranno la via referendaria e quella dell’incostituzionalità, si mobiliteranno docenti, famiglie, studenti, sindacati, associazioni e si praticheranno tutte le vie possibili per bloccare l’involuzione culturale di una riforma classista e liberticida.

La scuola non si farà mai strumento del potere monocratico, non diffonderà il veleno dell’individualismo e della competizione tra i suoi studenti, non sosterrà l’omologazione ideologica e i partiti che la perseguono, non sarà serva di nessuno, perché la vera buona scuola serve solo la Repubblica e la Costituzione.

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