È stato ucciso probabilmente da un’automobile, ed è probabile che – a giudicare dalle ferite che è stato possibile osservare – il povero Tasso disteso lungo viale Charitas a Paola non sia morto sul colpo.
Deposto lungo il marciapiede che costeggia la strada, il meraviglioso esemplare di una fauna che, bontà sua, popola ancora il territorio cittadino, ha smesso di respirare in un momento probabilmente molto successivo all’impatto fatale. Ciò rende ancor più plausibile il fatto che potesse essere salvato. Invece, essendo stato investito quasi sicuramente durante la notte, il Tasso è stato lasciato alla mercé delle persone di passaggio che al mattino usufruiscono di quel tratto di strada (forse nella speranza che qualche anima pia lo raccogliesse e gli desse una degna sepoltura).
Trattandosi di una specie protetta, la valenza di questa notizia si aggrava laddove è stato verificato, e le foto documentali allegate all’articolo lo testimoniano, che nei pressi del cadavere dell’animale si nota la presenza dei pezzi di un paraurti.
Risalire al modello dell’autovettura che potrebbe aver investito l’innocuo e protetto animale, sarebbe un primo punto dal quale – eventualmente – far partire le indagini. Perché nel caso specifico della fauna selvatica, la normativa è chiara: «In caso di esemplari investiti appartenenti a fauna selvatica protetta, quali lupi o orsi, è indispensabile avvisare anche il Corpo forestale dello Stato, per il tramite del numero verde 1515».
Cosa, che a giudicare da quello che è stato possibile vedere, l’autore dell’investimento non ha fatto. E per questo dovrebbe essere perseguito.
In un momento nel quale la pirateria stradale la fa da padrona, con comportamenti lesivi ed irresponsabili anche per la vita umana, probabilmente pare retorico lamentarsi della morte di un Tasso, di un Cane, un Gatto o un Riccio. Eppure, anche da qui bisogna partire.
Perché «La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali» (M. Gandhi), e perché di notte, Viale Charitas, diventa un rettifilo in pendenza sul quale molti spericolati misurano il proprio grado di idiozia al volante.