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Che l’aria intorno all’amministrazione attualmente in carica non sia delle migliori, è un dato assodato da tempo. Ma che dal puzzo di “frittura”, causato dalle tante promesse non mantenute, si potesse passare a quello del “macello” (o, in dialetto, “chianca”), è un dettaglio che soltanto un’occorrenza poteva confermare.
Puntuale, quindi, l’olio per l’estrema unzione a questo tipo di esecutivo centro destrorso dovrebbe venir versato in un’ampolla comune che, l’intera minoranza consiliare, dovrebbe iniziare a “riempire” da stasera.
Oggi, alle 19.30 presso la sede dei Riformatori a Viale dei Giardini, è prevista una “scampagnata” (elettorale) tra tutti gli occupanti dei banchi posti a sinistra dell’aula “Lo Giudice”.
Tutti assieme appassionatamente, invitati da Giovanni Abruzzo – consigliere e capogruppo del Psdi – Roberto Perrotta ed Ivan Ollio, Carlo Gravina e Mario Crocicchio, nonché (anche se non nella sua veste di consigliere provinciale) Graziano Di Natale, proveranno a calibrare le proprie posizioni per presentarsi ad un evento che – considerata questa “grande manovra” – si preannuncia ormai imminente.
Una reunion che dovrebbe costituire il punto di partenza per proporre un’alternativa credibile ad un’incredibile attualità, fatta contorsioni nei rapporti personali di un’amministrazione vocata – almeno nell’ultimo periodo – all’organizzazione di eventi per l’intrattenimento dei paolani.
Le posizioni di coloro che parteciperanno al simposio non sono ancora abbastanza chiare, perché da quei rari momenti in cui è stato possibile vederli tutti insieme (qualche sporadico consiglio comunale), nessuna indicazione è stata fornita. Anche se, chiaramente, la disponibilità ad un momento di confronto collettivo è già indicativa di quella che potrebbe essere la strategia di centrosinistra.
Probabilmente, i consiglieri che rappresentano l’opposizione a tutto ciò che è indicativo di Basilio Ferrari, vorranno individuare una convergenza che dia il risultato migliore sia per la parte “mancina” dell’elettorato che per l’intera cittadinanza paolana. Per questa ragione, il cardine attorno al quale Abruzzo avrebbe legato il filo degli inviti, sembrerebbe piantato nella proclamazione dell’unità senza prevaricazioni personalistiche.
