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L’intraprendenza dei cittadini paolani, determinati a dare lustro ad una città che sempre più spesso è vittima di improvvisi blackout, ha generato una serie di miracoli che – per tre sere di fila – si sono concretizzati in un discreto incremento di presenze (anche e soprattutto autoctone) per le vie del centro.
Iniziando dal ripristino di una vecchia tradizione, risvegliata da un torpore che l’avvolgeva sin dal lontano ’89 (quando la stessa manifestazione si svolgeva nella storica zona di Santa Caterina), la sagra del pesce azzurro è stata un successo che ha avvolto il suggestivo ambiente di Corso Garibaldi. A metà strada, tra la bellissima chiesa del Rosario e l’imponente palazzo dei Gesuiti (un tempo sede del comune di Paola), allestiti i tavoli e predisposta la scenografia, due ristoratori – con le proprie forze – hanno dato vita ad uno scorcio di marineria con cui la città del Santo non era più abituata a relazionarsi. Con la strada gremita da persone, tutte pazientemente in fila per poter raggiungere le delizie preparate, l’iniziativa di questi due virtuosi privati (la trattoria “Da Capone” e il ristorante “Sette Canali”) è riuscita addirittura nel miracolo di nascondere l’obbrobrio nastrato del cantiere frettolosamente allestito sull’area dello “Stradone”. Favorendo finanche la curiosità di tanti turisti che si chiedevano dove si trovassero le famose “Sette Fontane” di Paola, i due ristoratori hanno creato un contesto che ha imposto a chiunque la necessità di porsi domande sulla storia cittadina.
Il crescendo di soddisfazioni – tutte ottenute grazie all’iniziativa privata di persone ormai stanche della “minestra riscaldata” predisposta, causa fisiologici disagi acclusi alla dichiarazione di dissesto, dall’incolpevole (?) amministrazione comunale – ha toccato il suo culmine nella serata di domenica, quando appaiandosi alla sagra di Corso Garibaldi, un’altra manifestazione ha preso vita sull’area pedonale di Corso Roma. A due passi dalla transennata statua di San Francesco posta sull’Arco che divide le due principali piazze cittadine, poco distante da un altro obbrobrio nastrato che avvolge la chiesa di Montevergine, commercianti ed esercenti – coadiuvati da gestori di locali – hanno messo in moto un’organizzazione basata su musica live, american bar, intrattenimento, degustazioni, artisti di strada, truccabimbi, giocolieri, maghi e clown. Là, sotto la veste cromatica del blu, il successo è stato garantito da un afflusso, senza precedenti, di persone che hanno tirato fino all’alba senza neanche accorgersene.
Per quanto riguarda tutto ciò che è stato possibile documentare alla sagra ammantata d’azzurro, nel video che segue troverete un estratto.
Buona Visione
