cagnolina salvata

Paola – Cagnolina salvata dalla generosità di un Poliziotto

Che non fosse “la città dell’educazione”, lo si era capito da talune risposte comunali: «Una noce nel sacco non fa rumore», «Mia nonna usa il taxi (per andare al cimitero, ndr)», «Tanto, se chiudi tu apre un altro»; giusto per fare qualche esempio. Ma che Paola avesse perso anche il suo essere “Città di San Francesco”, questa – proprio – è una constatazione sconcertante.

Perché è accaduto un fatto, a Paola, che stona parecchio col valore aggiunto al nome della città. Perché, purtroppo, concittadini di San Francesco, a Paola, ce ne sono troppo pochi per poter universalizzare il concetto fino ad estenderlo a tutti. Perché, paolani concittadini di San Francesco, non avrebbero trattato un essere vivente così come invece è accaduto. A Paola.

cagnolina salvata
Le condizioni post operatorie della cagnolina salvata

Perché San Francesco di Paola non avrebbe convissuto, inerme, con l’immagine di un cane cui era stata tranciata la zampa e aveva bisogno di aiuto. Una cucciola di sei mesi, per l’esattezza.

Però, coloro che vantano il titolo di essere Suoi concittadini, ci sono riusciti.

Sono riusciti ad ignorare, per un tempo abbastanza lungo, una cagnolina con un arto tumefatto – in braccio al suo trasandato e straniero padrone – che sanguinava copiosamente in una busta che occultava l’orrore.

Tutto ciò alla stazione, in mezzo al via vai pre-ferragostano. L’uomo chiedeva aiuto in maniera disperata. Fino a quando, un’anima sensibile, gli ha consigliato di recarsi in una clinica veterinaria – in linea d’aria distante più di 2 km – che avrebbe potuto prestare soccorso. Operazione compiuta, a piedi, dal malcapitato. Ma la clinica, rilevando che al cane era stato innestato il microchip che certifica la padronanza – registrata a nome dell’uomo che lo ha portato in quell’ambulatorio – hanno ritenuto opportuno informarlo del fatto che l’intervento costava circa 1000 euro (scesi poi a 300). Cifra che, considerando che si tratta di un ragazzo che viaggia in autostop usando di rado il treno, non era assolutamente nella disponibilità del padrone.

cagnolina salvata
Jarek, il giovane padrone polacco della cagnolina, ha vegliato su di lei per tutto il tempo.

Senza soldi, niente intervento ma anche: niente soccorso. Perché cane e padrone si sono visti rifiutare ogni cosa. Tornato, a piedi, nuovamente alla stazione, l’uomo è scoppiato in un pianto disperato dinnanzi al commissariato. Piangeva, per quell’animale condannato a morte dalla miseria e della sfortuna di essere passato accanto ad un treno in corsa.

Allora due poliziotti gli si sono avvicinati, hanno capito il suo problema e lo hanno aiutato. Hanno dapprima provato a coinvolgere il comune, ricevendo un secco “no” per via del fatto che il cane aveva il chip e quindi un padrone. Successivamente lo hanno riaccompagnato presso la clinica che prima lo aveva rifiutato e lì – l’atto che fa tornare fiducia nella “concittadinanza” – uno dei due s’è accollato il prezzo dell’intervento (arrivato a costare, in definitiva, 150 euro) e la cagnolina salvata è rimasta anche una notte in osservazione.

Questo poliziotto è un Uomo di quello Stato di cui è Patrono il Santo che ha ispirato il Nome di San Francesco di Paola. Un collega di quell’ispettore che, qualche giorno fa, con sentite parole ha espresso un’idea che molti hanno condiviso. Una persona da prendere a esempio.

Forse Paola potrebbe tornare “di” San Francesco, partendo da qui.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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