Svolto il primo Convegno Nazionale sulla Criminologia a Paola

Si è svolto ieri in Piazza Europa a partire dalle 20 e 30, il primo convegno nazionale sulla criminologia a Paola, al quale hanno partecipato vari esperti in campo di psicologia e psichiatria al fine di parlare del tema principale dell’incontro, ovvero la spettacolarizzazione dei fatti di cronaca, che oggigiorno riempiono sempre più le pagine dei giornali nonché i programmi televisivi nati ad hoc, proprio per informare i telespettatori sull’andamento di indagini dei vari processi.

Ad essere presenti non solo esperti di criminologia ma anche personaggi del campo forense. Moderati dal giornalista Salvatore Muoio, dopo i saluti del primo cittadino Basilio Ferrari e di Maria Pia Serranò, presidente dell’associazione Radici, si sono susseguiti i vari interventi. Da Francesco Bruno, psichiatra – criminologo a Simonetta Costanzo, psicologa – psicoanalista forense, che hanno ampliato il tema dell’incontro parlando della criminologia in generale, senza dimenticare l’importanza del ruolo dei genitori, che sono responsabili di far crescere i propri figli trasmettendo loro un senso critico che possa far scegliere quali programmi guardare in tv e quali invece no. Da Giacomo Pantusa, psichiatra forense a Sergio Caruso, pedagogista criminologo clinico, senza dimenticare Paolo Sesti, neuropsichiatra infantile. Assenti  purtroppo a causa di problemi Anna Perrotta, avvocato penalista e presidente pari opportunità, e Maria Rosaria Alfieri, criminologa.

Una serata ricca di interventi che si è protratta fino a oltre la mezzanotte, in cui si è parlato soprattutto dell’ accanimento, in alcuni casi morbosità, di conoscere, di stare davanti alla tv con lo scopo di seguire vicende di cronaca di cui tutti parlano tranne che gli esperti, gli unici a conoscere veramente i fatti. Si parte dalle notizie false a dialoghi senza contenuti concreti, e la gente si sente sempre più coinvolta, sempre più spinta a sapere cosa succede.

«Il problema si riversa maggiormente sui minori, in quanto gli stessi programmi vengono trasmessi senza mezze misure durante le fasce protette, in cui si dicono nefandezze con una modalità di racconto che non tutela affatto i minori. Questo è un aspetto negativo che va ad incidere molto sul senso critico dei giovani, in cui fondamentale è il ruolo dei genitori» dice Paolo Sesti.

convegno

Ad intervenire durante la serata anche la comunità islamica, che ha condannato la demonizzazione che i mass media attribuiscono alla loro religione, che in molti casi viene travisata e vista come una minaccia. Ma c’è stato spazio anche per parlare della cultura di vivere in generale.

In ogni caso tutti gli interventi miravano alla medesima richiesta: la voglia di spettacolarizzazione va evitata a tutti i costi, in quanto le dinamiche delle inchieste giudiziarie è giusto che si svolgano nelle aule dei tribunali. I numerosi programmi che riportano oltretutto fatti non verificati che in molti casi rovinano la reputazione di persone che nulla c’entrano con l’accaduto, devono essere considerati solo ed esclusivamente un fenomeno commerciale, che purtroppo con il vero non hanno niente a che fare.

About Asmara Bassetti

.

Check Also

maria pia serranò

Paola – «Siete in linea con il comune» ma non col sindaco

«Siete in linea con il Comune di Paola. Se conoscete l’interno, digitatelo ora, oppure digitare: …

Rispondi