fontana san miceli

[Paola] Fontana San Miceli: da eccellente a inquinata. Ora: soppressa [Chi è l’autore del danno?]

di Natale Santoro

Voglio parlare oggi del lungo e controverso caso della fontana pubblica di S. Miceli. E’ risaputo che nella contrada a Nord di Paola, nell’amena cornice dell’anfiteatro naturale circondato da querce secolari e prospiciente il campetto di calcio di proprietà del Comitato di Quartiere, si trova una fontana di acqua potabile e pubblica voluta, nella forma e nella consistenza attuale, dall’Amministrazione precedente. Lunga e controversa è stata la storia di questa fontana durata quasi 10 anni e della quale si può trovare traccia in molti verbali del Comitato di Quartiere di S.Miceli. Ma senza dilungarmi, dico brevemente che questa fontana prima esisteva in località Jannivò dove è dislocato, a pochi metri di distanza, il serbatoio/acquedotto comunale: costruito negli anni 60, con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno. Acquedotto che alimenta la zona Nord di Paola, anche se oggi la sua zona di competenza è stata ampliata e modificata. L’acqua di questa fontana è stata captata dalla conduttura che dalla sorgente, in Località “Varcu ‘u Tassu”, monte di S. Miceli e di Jannivò, dopo aver attraversato le vasche di decantazione, porta il prezioso liquido al predetto Serbatoio/acquedotto comunale. L’utilità di questa fontana era quella di fornire l’acqua ad alcune famiglie che abitano al di sopra del Serbatoio che altrimenti, senza impianti di risalita, restavano senza il prezioso liquido.

Orbene, poiché il luogo dove era stata lasciata questa rudimentale fontana, ma più che fontana sembrava un tubo di sfiato, si trova in luogo impervio, proprio alla fine della via Jannivò, si penso, ripeto e senza non poche polemiche, di intubarla e di portarla sotto la collina sulla vecchia S.S. 18 proprio dove sorge adesso, nella sua attuale forma e bellezza. Dopo un lungo periodo durato qualche anno e in forma molto più spartana, la fontana ha erogato l’acqua di ottima qualità per tutti gli abitanti della zona ed anche della vicina Paola e Fuscaldo. Un’acqua, a parere di una società di Milano, la CILLECHEMIE S.r.L. di Via Plinio, 59, tra le migliori in assoluto del mezzogiorno e tra le più buone di tutta Italia. Eravamo nel periodo precedente il referendum sulla acqua pubblica e sulla sua privatizzazione. Naturalmente, la gran parte del Paese pensava che il referendum desse esito nullo, vista anche l’esigua affluenza ai precedenti referendum tutti resi nulli dalla mancanza della soglia del 50% dei votanti. Questa Società costruisce un impianto con tre tipi d’acqua da somministrare agli utenti, acqua minerale gassata, acqua fredda ed acqua normale. La gassata era garantita da bombole di anidride carbonica, quella fredda da un impianto di refrigerazione, mentre quella normale doveva essere non trattata ma quella proveniente direttamente dalla fonte. E venne il giorno del referendum, la gente andò a votare, vinse il fronte dell’acqua pubblica. Da allora, con alterne vicende, la Società milanese è sparita, ma il suo armamentario fatto di serpentine, di filtri, di marchingegni vari è rimasto. L’acqua da allora ha iniziato una lenta e progressiva discesa dai vertici delle migliori acque del pianeta a vere e proprie dichiarazioni di acqua inquinata. Veniamo ad oggi. La fontana risulta chiusa, l’acqua è inquinata, dicono gli amministratori, nessun provvedimento viene preso ed i cittadini sono senza un servizio utilissimo ed indispensabile. Utile: perché è una sorgente locale a venire soppressa e indispensabile: perché i cittadini, dopo i noti fatti delle bollette fuori legge, la situazione di non potabilità delle acque erogate nelle case dei residenti nelle zone di Paola Nord, ma anche nel resto della città, si vedono costretti ad acquistare il prezioso liquido presso i supermercati e negozi della zona. Oltre ad essere un onere, che va ad incidere sulle già scarse risorse della sventurata gente di campagna e delle zone rurali, risulta anche difficoltoso in termini di servizio e di approvvigionamento per le persone sole ed anziane del luogo. Se a questo sommiamo l’esorbitante costo dell’acqua putrida ed inquinata fornita nelle abitazioni e pagata a carissimo prezzo, allora la cosa sa proprio di presa in giro. Ma come mai è inquinata l’acqua della fontana di cui si parla? A mio avviso l’unico motivo riguarda la struttura messa a punto dalla Società milanese che, dopo essere scappata a gambe elevate, non ha rimesso le cose a posto, come erano prima del suo intervento. L’acqua che prima arrivava direttamente dalla sorgente alla fontana ed ai rubinetti, ora, costretta a passare nelle serpentine, nei filtri, nei tubi dell’impianto che non funziona più e che non viene di conseguenza mai pulito, si inquina di parassiti, di vermiciattoli, di sporcizia che altrimenti non c’erano e non ci sono, come del resto per molti e molti anni prima dell’esperimento. Cosa bisogna fare? A mio avviso ripristinare la situazione ante referendum e allacciare i rubinetti direttamente al tubo che viene dalla sorgente, naturalmente monitorare per benino la qualità delle acque e se necessario intervenire a monte per ripulire eventuali altri luoghi di inquinamento, che a mio avviso sono pretestuosi.

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