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L’Agenzia delle Entrate Paola sbaracca, ma c’era la Dogana…

Sarebbero potuti basare 15mila euro all’anno per salvare l’Agenzia delle Entrate di Paola. Questo almeno secondo alcune indiscrezioni relative alla possibilità di fittare, a quel prezzo, i locali della Dogana presenti sul Lungomare che – per una presunta assonanza con il Ministero delle Finanze – sarebbero stati ideali per opporre motivazioni plausibili alla chiusura della preziosa agenzia, la quale attualmente graverebbe su un bilancio di 80 mila euro annui.

Invece, niente, Neanche quello che si sarebbe potuto valutare, è stato preso in considerazione da coloro che avrebbero potuto impedire o contenere la perdita . E Paola ha perso un ufficio che – al pari di tanti altri servizi “estinti” – le garantiva una sorta di autonomia esclusiva sul territorio costiero.

Un tempo Paola era sede di tante agenzie che – escludendo per “eccessiva competitività” la Ferrovia – la rendevano “unica” su tutta la fascia che da Tortora porta a Lamezia. Era a capo di tredici comuni con la Comunità Montana, unica nel comprensorio a godere della presenza di Ospedale e Tribunale ospitando, sul suo territorio, commissariato e caserme della quasi totalità delle Forze dell’Ordine. Eppure, da un po’ di tempo, la città del Santo sta assistendo ad una inesorabile espoliazione dei suoi tratti caratteristici, quella sua particolare vocazione statalista sta lentamente regredendo.

Non degnamente difesa da chi dovrebbe essere deputato a farlo, la città – per non incappare in un’altra débâcle – sarebbe riuscita a salvare il tribunale grazie al fatto che, nel raggio d’azione della sua Corte, sussisterebbe una delinquenza percentualmente superiore a quella affrontata a Rossano.

Così come è inutile continuare a difendere l’idea di uno Spoke che non è neanche lontanamente assimilabile alla vecchia idea che l’Ospedale “San Francesco di Paola” dava di sé.

Sono dati di fatto che si scontrano con la continua proliferazione di centri commerciali e agenzie di call center. Lo Stato, a Paola, sta levando le tende. Che lo stia facendo in nome della “spending review”, delle autonomie, del federalismo etc., poco importa. Paola sta lasciando per strada quei pezzi che l’hanno resa appetibile alla residenzialità. Oggi è una città in smantellamento che, complementarmente ai suoi uffici, sta perdendo famiglie ed economia.

Quando un pezzo della città chiude o sbaracca, è tutta la cittadinanza a risentirne. Per questo sarebbe il caso che chi è in grado di farlo, s’adoperasse per evitare il peggio e – magari – considerasse ogni soluzione anziché fittare locali in centro a privati, per di più a prezzi “risibili”.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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