basilio ferrari

[Paola] Smentite le versioni di alcuni “alternativi” a Basilio Ferrari

Se dalle parti del Sant’Agostino tutto tace, con i componenti dell’amministrazione che non proferiscono più alcun verbo neanche attraverso l’eterea vacuità del web, tra i vicoli della città la politica è in fermento.

Come pescecani che ronzano intorno ad una preda sanguinante, i rappresentanti d’ogni fazione alternativa all’attuale maggioranza consiliare vorticano attorno alla scia di dissenso che Basilio Ferrari starebbe lasciandosi alle spalle. Ognuno cerca d’inquattarsi nel branco che ritiene più competitivo per le proprie ambizioni e poco importa se il movimento d’avvicinamento venga fatto alla luce del sole o nella penombra appartata di una caffetteria. L’essenziale è generare quel moto necessario a segnalare la propria esistenza.

Tuttavia, come ha fatto notare l’esponente più candidato di una frangia della sinistra cittadina, certi incontri e certi accordi, si dovrebbero tenere nel chiuso delle stanze di un partito, laddove stilare l’elenco firmato dei presenti e una nota congiunta da diramare alla stampa. Peccato però che il pensiero telematico di colui che ha vergato siffatto concetto, sia stato successivamente rimosso da ogni bacheca virtuale, forse su suggerimento di qualche avvocato o avvocatessa consapevole del danno (soprattutto d’immagine) che avrebbe potuto comportare la considerazione di un tale, fondamentale, cavillo.

Per chi conduce una politica nomade, senza radici fondate in sigle di partito e distante dall’appiglio delle ideologie, ogni luogo diventa buono per intessere relazioni. Così come ogni interlocutore diviene funzionale alla prosecuzione di progetti che, rischiarati alla luce di un perenne fuoco populista, permettono di bivaccare in contesti variegati. Come fossero giostrai in attesa di allestire l’ennesima ruota panoramica, alcuni animatori di questa ricerca del consenso, stanno dandosi da fare per allestire il proprio luna park, facendolo – come nella migliore delle tradizioni zingaresche – tentando di non pagare alcun tributo al fisco elettorale.

La formula trovata (o suggerita) per svincolarsi da ogni sorta d’appartenenza cardinale, sembra essere stata rintracciata nell’idea dell’associazionismo, perché siffatti organismi statutari sarebbero buoni per tutti i tipi d’apparentamento.

Così è stato, ad esempio, per l’incontro tenutosi presso l’ennesimo bar con l’ennesimo gruppo, dove uno dei componenti di un raffazzonamento ondivago di tal fatta, Andrea Signorelli, sotto l’egida della “Rete dei Beni Comuni” ha partecipato al tavolo di José Grupillo. E quando a quest’ultimo è stato chiesto se Signorelli abbia parlato anche alla luce dei suoi accordi con “Cambia Paola” e “Paola che Vorrei”, l’ex assessore ha risposto: «Si. Ha parlato, proposto, discusso e trattato anche per conto loro». Espressione rilasciata dinnanzi ad un testimone che, anch’egli presente a quell’incontro e tutt’altro che appartenente alla fazione di Grupillo, l’ha confermata.

Forse è ora di mettersi d’accordo e uscire allo scoperto. Magari stilando una nota congiunta cui accludere un elenco con la firma dei presenti. Altrimenti sono pronte altre testimonianze, di altri incontri, svoltisi anche in un tempo relativamente lontano ma con gli stessi protagonisti.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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