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Non è stata per nulla gradita l’ultima sortita pubblica dell’assessore allo sport paolano, soprattutto alla luce di alcune “inesattezze” che avrebbe promulgato a mezzo stampa sulla questione vertente la gestione del palazzetto dello sport di Paola. Il membro dell’esecutivo Ferrari, nominato suo sostituto in caso di assenza, ha rilasciato dichiarazioni del calibro: «Erano abituate bene»; riferendosi alle proteste perpetrate dalle società pallavolistiche cittadine, rincarando la dose laddove ha ricostruito gli eventi che si sarebbero susseguiti nel percorso che ha dato modo al privato di insediarsi. «Nel caso del palazzetto – ha aggiunto il vicesindaco – ci siamo riuniti con le società di pallavolo maschile, calcio a 5 e pallavolo femminile. Solo il calcio a cinque ha manifestato la volontà di averla in gestione, anche se avevo insistito perché la prendessero tutte e tre».
Parole indigeribili per chi, da quasi mezzo secolo, porta alto il nome dello sport cittadino. Ricostruzioni di una storia che andrebbe rivisitata radicalmente, a partire dai dati formali. Secondo le ricevute di versamento presentate dalla Pallavolo Paola (una delle società tirate in ballo da Francesco Sbano), nel periodo che intercorre da novembre 2014 a giugno 2015, esisterebbero quattro attestazioni di pagamento effettuate nei confronti del comune di Paola. Versamenti per un totale di novecento euro che la compagine sportiva ha effettuato per poter usufruire della struttura. Somma cui andrebbero aggiunti altri 700 euro, “stornati” in virtù dell’opera prestata dalla Pallavolo Paola nei confronti delle categorie disagiate (quindi il totale dovrebbe essere 1.600 euro). In nome della trasparenza nei confronti dei genitori di tutti quegli atleti impegnati col volley, questi dati sono stati forniti e suffragati da un racconto estremamente diverso rispetto all’andamento dei fatti.
Smentita quindi l’espressione relativa alla “buona abitudine”, sembrerebbe che il canone d’utilizzo del Maiorano fosse stato attestato attorno ai 2,5 euro l’ora – circostanza eventualmente testimoniabile da coloro che erano partecipi ad una riunione, tenutasi presso uno studio medico privato, con la capogruppo del Grande Sud in consiglio comunale – tariffa che sarebbe stata ribadita anche dinnanzi al sindaco in un incontro tenutosi presumibilmente al S. Agostino dove il primo cittadino avrebbe addirittura detto: «Vabbè, adesso pagate, poi vedremo». Somma successivamente arrivata a 3 euro allorquando, in un’altra sede privata, si sarebbe raggiunto un accordo tra i due rappresentanti della pallavolo cittadina, quello del calcio a 5 e il detentore della delega assessorile allo sport.
Il discorso ministeriale sul quale starebbe basandosi l’attuale presa di posizione del vicesindaco, sarebbe una questione annosa, sempre “aggiustata” in nome della collettività anche dai suoi predecessori amministrativi. In aggiunta a questo un’altra circostanza andrebbe smentita, ovvero quella riportata nella determina n.54 dello scorso 15 settembre, laddove è scritto che: «sono pervenute al Comune diverse domande di società sportive interessate alla gestione degli impianti sportivi»; nel cui elenco accluso figura anche l’Asd Pallavolo Paola che – a parte una richiesta di chiarimenti in merito ai costi da sostenere – non avrebbe posto questioni tali da apparire formalmente impegnata alla gestione. Un caos.
