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La paventata e sempre più consistente ipotesi secondo cui la caserma dei Vigili del Fuoco possa trasferirsi da Paola a Fuscaldo, rischia seriamente di incrinare i rapporti in seno al consiglio provinciale di Cosenza. Considerando il recente intervento del rappresentante paolano nel consesso sito dirimpetto alla bruzia piazza XV Marzo, il capogruppo Pd nell’aula “Lo Giudice” Graziano Di Natale, è molto probabile che le sue affermazioni arrivino ad urtare il soddisfatto silenzio del collega celeste fasciato, ma superiormente “sindaco”, Gianfranco Ramundo. Perché la questione attorno a cui ruota l’attribuzione della location funzionale a costituire la sede dei pompieri, è un affare sempre più energicamente inserito nell’orbita degli affari gestiti dall’ente sovracomunale. Stante ciò che dice Di Natale, la Provincia potrebbe intervenire in maniera risoluta in favore di Paola, sostanzialmente adeguando l’attuale struttura e rendendola libera da vincoli di possesso. Questa la sua opinione: «Poiché la struttura attuale dove insistono i vigili del fuoco è di proprietà della Provincia di Cosenza e concessa in locazione al Ministero dell’Interno, nei prossimi giorni mi recherò per un sopralluogo, per verificare gli interventi strutturali necessari e sollecitare gli uffici a dare immediata risposta alle problematiche denunciate. Credo inoltre che la Caserma dei Vigili del Fuoco non debba spostarsi dalla Città di Paola per ragioni di opportunità di efficienza e di centralità. Tale paventata ipotesi è sicuramente da scartare e mi duole constatare che il Sindaco di Paola stia in silenzio rispetto a questa questione. Valuterò quindi se possibile, nell’ottica della dismissione del patrimonio immobiliare, che la Provincia di Cosenza possa alienare al Ministero dell’Interno la struttura, al fine di definire la collocazione della Caserma dei Vigili del Fuoco».
Con il piglio del politico navigato, Graziano Di Natale sembrerebbe lasciarsi uno spazio di manovra funzionale a sovvertire la situazione in corso, pur tuttavia non lesinando una stoccata al veleno al primo cittadino del suo comune, reo – a parere del consigliere – di non aver proferito verbo sulla faccenda. L’atteggiamento di Ferrari, forse condizionato da quella debolezza amministrativa insita nell’azione di chi si regge su un unico voto di maggioranza, è un mistero che da più parti viene evidenziato, analizzato e considerato come la ripicca emotiva conseguente al fatto che – il primo a denunciare il pericolo di questo trasloco – fu il suo predecessore Roberto Perrotta, nel corso di un partecipato comizio tenutosi il 29 maggio dello scorso anno. La speranza della cittadinanza è che tali personalismi costituiscano soltanto delle suggestioni, perché il servizio di primo intervento dei pompieri è vitale per tutti.
Proprio per questo – forse – il sindaco Ferrari ha inteso rispondere pubblicando, sulla sua pagina Facebook, un intervento dai toni molto provocatori. Questo il testo: «Siamo alle solite. Hanno fatto progettare una Caserma su terreno non edificabile nonché di proprietà di un privato con la stessa disinvoltura con la quale Totò ha venduto la Fontana di Trevi ed ovviamente la responsabilità sarebbe mia. Credo che quando in conferenza stampa divulgherò la documentazione inerente tale grottesca vicenda, che per contegno istituzionale non avevo mai pubblicato, si avrà cognizione di chi pensa che i cittadini siano marionette da sollecitare in vista delle elezioni e chi invece vive le Istituzioni con senso di responsabilità. Si attribuisce il valore di 500.000 euro ad un terreno da espropriare senza disporre della somma necessaria ed indicando che i fondi sarebbero stati stanziati su un futuro bilancio mai realizzato e quindi senza parere di regolarità contabile». Allegando al “post” anche delle immagini raffiguranti una delibera di giunta risalente al 2011. La “colpa” sarebbe ancora dell’amministrazione precedente, un leitmotiv del quale la cittadinanza sembrerebbe essersi stancata. Ma tant’è.
