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Anche i medici bisticciano – Scontro tra sindacati (Smi VS Fimmg)

C’è aria di tensione tra i camici bianchi calabresi, o meglio, tra quei medici che afferiscono a diverse sigle sindacali che – per loro missione – sono attualmente impegnate in una dura rinegoziazione con i vertici regionali a causa del rinnovo dell’accordo regionale dei medici convenzionati. Come forse non troppi sapranno, le due più importanti sigle che tutelano gli interessi lavorativi dei dottori sono lo Smi (Sindacato dei Medici Italiani) e la Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), associazioni di categoria che in passato hanno mostrato di non andare troppo di pelo e che, alla luce di recenti richieste riguardo negoziazioni a “tavoli separati”, starebbero vivendo un’attualità talmente burrascosa da aver indotto il segretario regionale dello Smi – dr. Francesco Esposito – a prendere una dura posizione contro i colleghi dell’altra parte.

«Apprendo – scrive il sindacalista – che la Fimmg ha chiesto tavoli separati nella trattativa per il rinnovo dell’accordo regionale dei medici convenzionati. A mio parere, questo  risulta essere l’atteggiamento, di chi non avendo argomenti da frapporre sul tavolo delle trattative, vuole eliminare chi le idee le ha e le propone. La mancata presentazione sui tavoli delle trattative è forse da ricercare altrove. Spero che l’atteggiamento della Fimmg non sia dovuto alle tensioni interne che, soprattutto in provincia di Cosenza , attraversano il sindacato. Sarebbe grave se si scaricassero sull’intera categoria i problemi interni di un sindacato. C’era l’occasione di riformare la medicina territoriale, attraverso le nuove forme d’aggregazione medica previste dalla Balduzzi , e contrariamente a quanto affermato, conti alla mano, lo Smi aveva dimostrato che si sarebbero salvaguardate  le indennità finora percepite. Si sarebbero anche  incentivati oltre 500-600 medici finora esclusi da tale indennità e si sarebbe inclusa nelle nuove forme di aggregazione Aft ed Uccp tutta la popolazione assistibile della regione Calabria. Con la firma del contratto si sarebbe reso un servizio alla regione per velocizzare l’uscita dal piano di rientro. Per uscire dal piano di rientro, infatti, dobbiamo velocemente dimostrare di  rispettare due parametri: la tenuta economica e il rispetto dei LEA. La riorganizzazione della medicina territoriale è uno dei due pilastri, insieme a quella ospedaliera, su cui costruire l’erogazione omogenea dei LEA su tutto il territorio calabrese. Ai colleghi voglio ricordare come da un punto amministrativo i tavoli  separati non esistono più (concetto ribadito anche in SISAC). I tavoli per legge sono unitari in rappresentanza di tutte le organizzazioni rappresentative, sui tavoli  si portano le idee e le proposte – conclude Francesco Esposito – chi non possiede né le une né le altre, ascolta».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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