Antonella Rocca, Domenico Mendicino e Francesca Ferraiuolo

Francesca Ferraiuolo, Domenico Mendicino e Antonella Rocca in mostra a Bologna:

Opera di Antonella Rocca
Opera di Antonella Rocca

Sabato 16 aprile alle 17,00 si inaugura presso lo Spazio Espositivo Forum Vittoria di Bologna la mostra “PARTI / Terre Multiple. Francesca Ferraiuolo, Domenico Mendicino, Antonella Rocca” curata da Tonino Sicoli e Tommaso Evangelista. La mostra,  visitabile fino al 14 maggio, e organizzata in collaborazione con il MAON, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende vuole mostrare alcuni aspetti del percorso creativo dei tre artisti calabresi, in un dialogo intergenerazionale, un intreccio azzardato e provocatorio di esperienze diverse, con una ricerca artistica figlia certamente di una cultura visiva post-pop ovvero composta da una imagerie tecnologica, mediatica, consumistica ma che, tuttavia, sa mantenere vivo il senso dello stupore e della meraviglia. Francesca Ferraiuolo, Domenico Mendicino e Antonella Rocca fanno rispettivamente

Opera di Domenico Mendicino
Opera di Domenico Mendicino

uso della digitalizzazione, della fotografia e dell’assemblaggio oggettuale per una gestazione di opere a prima vista “normali” ma che si rivelano subito di un visionarismo particolare, in una specie di parto fantastico e irreale, in cui la realtà fa da spunto ad una creazione immaginifica, che si spinge in una dimensione evocativa e portatrice di suggestioni.

L’idea della molteplicità-complessità dell’ambiente visivo contemporaneo liquido è uno status acquisito dalle moderne estetiche che, partendo da Deleuze, hanno adottato l’immagine del rizoma quale simbolo di differenza caotica, indifferente all’ordine armonico dell’arte antica. (…)  E da questa idea di complessità che si è partiti – commenta Tommaso Evangelista –  per analizzare i lavori di Francesca Ferraiuolo, Domenico Mendicino e Antonella Rocca, artisti i cui paradigmi creativi mi richiamano, quali engrammi, un’idea densa del “piano” e quindi del luogo inteso quale spazio di continuità e di relazione. Pur se il contesto, quello calabro, è comune, la molteplicità delle loro stutturazioni, singolari rizomi, consentono un’analisi sulla memoria, sul tentativo di deterritorializzazione e sull’individuazione di dinamiche personali tra azione ed emozione. “Terre multiple” individua proprio questa ricerca prismatica del limite.

Opera di Francesca Ferraiuolo
Opera di Francesca Ferraiuolo

Partendo da un’immagine oggettuale essi ne elaborano una soggettivizzata, evocativa di una visione “altra”, in cui il prelievo dell’aspetto realistico viene alterato strutturalmente e concettualmente, per diventare ir-realistico (Ferraiuolo), trans-realistico (Mendicino) e sur-realistico (Rocca).  C’è in tutti loro un ritorno all’immagine – commenta Tonino Sicoli – ma liberata sia da ogni preoccupazione ostensiva che interpretativa, nel senso che dà all’interpretazione la filosofia del linguaggio. Usando generi diversi (digitalizzazione, fotografia e scultura d’assemblaggio) questi artisti si addentrano in una interiorità psico-fisica, sospesa fra l’occhio e la mente reciprocamente influenzati, adottano tecniche vecchie e nuove, artigianali e tecnologiche, in un superamento di

Antonella Rocca, Domenico Mendicino e Francesca Ferraiuolo
Antonella Rocca, Domenico Mendicino e Francesca Ferraiuolo

schemi e modus operandi  che preferiscono invece la contaminazione. Francesca Ferraiuolo evoca immagini diafane, accarezzando superfici traslucide con apparizioni di forme e figure ancestrali e astrali, creature di un mondo remoto-interiore ma anche aliene di un avvenire-esteriore, a metà strada fra i fantasmi del passato e le illusioni del futuro. Domenico Mendicino nel suo reportage “oltre la natura” non si attarda a contemplare e cogliere il linguaggio della natura ma scopre la natura stessa del linguaggio fotografico, che alla pari degli altri linguaggi, ha una sua autoreferenzialità ovvero non rappresenta sic et simpliciter le cose dal vero ma interpreta con le sue forme più complesse le proiezioni della psiche. Antonella Rocca costruisce sculture inquietanti con strutture modulari fatte di posate saldate fra di loro. I moduli di questi assemblaggi sono forchette, cucchiai, coltelli di servizi da tavola saldati in grovigli che prendono la forma di nuovi oggetti surreali.”  

About Mafalda Meduri

Libera pensatrice, blogger ed indipendente essere umano

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