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Paola – A Piano Torre manca anche “l’ordinaria amministrazione”

Ci sono storie che è difficile dover “tornare” a raccontare, se non altro perché – nella ripetitività dei fatti narrati – il rischio di diluire la portata della notizia è sempre dietro l’angolo. Tuttavia, prendendo spunto dalla locuzione latina “repetita iuvant” che, tradotta letteralmente, significa “le cose ripetute aiutano”; ripercorrendo la vicenda (triste) di uno dei rioni più belli di Paola, forse la coscienza di qualcuno potrebbe spolverarsi e far si che qualcosa si muova, almeno nel senso della tutela dei diritti di cittadini che attualmente paiono esser stati lasciati in balia di se stessi.

La storia è quella di Piano Torre, popoloso e popolare quartiere sito su una delle terrazze naturali più suggestive della città, rione storico che – caratterizzato dalla presenza di alloggi un tempo afferenti alla galassia delle Ferrovie dello Stato – è rimasto invischiato in una pastoia burocratica sorta al tempo delle dismissioni patrimoniali e delle concessioni territoriali. “Venduto” per gran parte della sua superficie alla stessa società recentemente colpita da un’ordinanza di demolizione per uno stabile a Viale Mannarino (sopraelevato abusivamente  con una struttura in ferro disposta su due livelli), Piano Torre a tutt’oggi appare come una “zona franca” dove ricettacoli d’animali e piante infestanti fanno, indisturbati, i loro comodi. Ciò ovviamente turba la quiete dei residenti, condizionati nella loro quotidianità dall’impossibilità di fare passeggiate che non siano inquietate dalla presenza di ratti, insetti o altri animali selvatici che nidificano nei giardini prospicenti le casette rilevate dalla società “Tre Esse” S.r.l. e, a vista d’occhio, scarsamente manutenute.

Nonostante i cittadini abbiano più volte manifestato la propria, volontaria, disponibilità a prendersi cura degli spazi degradati, il clima di soggezione instaurato dall’amministratrice unica della società che ha rilevato case e cortili di Piano Torre, è tale che ogni tentativo “rassettante” finisce per essere frustrato da continui richiami cui fa seguito, puntualmente, una segnalazione alle autorità. Scoraggiati da questo andazzo, molti residenti avevano sottoscritto una missiva che, nell’agosto dello scorso anno, era stata inoltrata dalla sig.ra Elena Rando al Prefetto, al sindaco di Paola, all’Utc, all’Asp, ai Comandi di ogni forza dell’ordine presente sul territorio ed alla Protezione Civile, nella quale – in buona sostanza – si chiedeva il «decespugliamento con rimozione dei rifiuti per motivi igienico-sanitari nelle aree edificate e non, ricadenti nel centro abitato del quartiere ex Piano Torre». Purtroppo per loro, l’invio di questa comunicazione coincise con l’alluvione di Rossano e, probabilmente, il Prefetto non poté prestarvi attenzione.

Il sindaco Ferrari, che in precedenza aveva diramato un’ordinanza con tanto di comunicazioni relative alle sanzioni comminabili a chi non l’avesse rispettata, non pare aver mai recepito la richiesta – né tantomeno sembra lo abbiano fatto tutti gli altri destinatari – perché lo stato in cui versa il quartiere è tale e quale all’anno scorso, anzi è addirittura aggravato dalla presenza di un bidone per la raccolta indifferenziata dei rifiuti che viene letteralmente preso d’assalto dai cittadini residenti in altre zone e che, spesso e volentieri, lo intasano di sacchetti anche oltre la sua capienza (generando un circolo vizioso per il quale, al danno di vedere il quartiere deturpato alla vista, s’aggiunge la beffa di una puzza insopportabile).

Eppure le strade sono pubbliche, così come testimoniano i pali per l’illuminazione. Se proprio non si riesce a far desistere la società che ha rilevato le case in questione, perlomeno una passata di catrame e una potatura “ordinaria” potrebbero essere eseguite. I residenti dovrebbero averne diritto.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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