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Immigrazione e prostituzione. Questo è un chiaro fenomeno di organizzazione internazionale malavitoso, ben organizzato e molto fruttuoso. In questi anni di assistenza agli immigrati sono venuto a conoscenza di tante drammatiche storie, ma quello delle ragazze nigeriane è diverso.
Molte di queste ragazze partono, sapendo gia il loro destino e in particolare alle loro spalle esiste una rete ben organizzata, che dopo lo sbarco si impossessa di loro, le smista in varie città europee dove saranno obbligate a prostituirsi.
Il pensiero che un occidentale fa è «perché non fuggono o non si rivolgono alla polizia?»
In effetti le ragazze partono con un contratto non scritto, ma che se non onorato porterà gravi conseguenze alle famiglie rimaste in Nigeria. Le stesse famiglie in cambio di pochi aiuti invogliano le figlie su questa strada che quasi sempre si trasforma in un calvario che può durare decenni.
Le ragazze di altre nazioni africane cercano in occidente un minimo di riscatto, e di una vita dignitosa. Purtroppo oggi tutte le ragazze che transitano per la Libia pagano un triste pedaggio, sistematicamente vengono stuprate dagli stessi militari libici, in queste settimane sono giunte della ragazze di varia nazionalità e purtroppo agli esami abbiamo scoperto la loro gravidanza causata dallo stupro sistematico dei libici.
È chiaro che tutto ciò e ben noto, ma purtroppo mancano capacità e volontà dell’occidente per porre un limite a tali abusi.
Una delle proposte che in Italia viene portata avanti da alcuni parlamentari, ossia aprire delle strutture ove le donne possano esercitare tale attività, potrebbe essere una soluzione.
Certo il solito falso moralismo, l’ipocrisia imperante, preferisce che comunque queste donne siano sfruttate dalle organizzazioni, siano trattate come bestie, buttate sul marciapiede con il rischio molto concreto di contrarre loro e poi di trasmettere patologie molto gravi che possono portare a morte.
