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«Gravi distorsioni a causa della ripartizione dei rischi di domanda e di disponibilità tra pubblico e privato». Con queste parole, il dott. Raffaele Cantone – Presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac) – ha stigmatizzato i problemi insiti al “Project Financing”, procedura per acquisizione di risorse che attualmente è al vaglio dell’Autorità per quanto concerne le varie gare d’appalto sui servizi da assegnare.
La frase riportata, almeno per quanto concerne un “caso specifico”, è stata pronunciata nel contesto del sistema idrico e depurativo, laddove il magistrato avrebbe riscontrato “elementi” tra i quali «l’elevato contributo pubblico, che mantiene sostanzialmente in capo al committente anche il rischio di costruzione». Per Cantone, tali elementi «hanno indotto a segnalare la necessità di un’attenta valutazione dell’operazione, anche sotto il profilo dell’opportunità la procedura di project financing per gli interventi richiesti».
Una presa di posizione forte, che fa il paio all’anticipazione secondo cui – dal 2017 in poi – la Regione Calabria dovrebbe subentrare per suo conto nella gestione del ciclo dell’acqua, sgomberando il campo da tutte le dinamiche “necessarie” in atto sino ad oggi.
Eppure, nonostante queste due – apparentemente – “buone” notizie, al comune di Paola si continua a fare come se nulla fosse stato detto, perché sembrerebbe che entrambe queste indicazioni non siano state considerate.
Basti pensare alla delibera n°73 dello scorso 18 maggio, nella quale si legge che «Il Comune intende predisporre e approvare un bando di gara europeo per l’affidamento del servizio idrico integrato composto delle opere di acquedotto, fognatura e depurazione comprese eventuali opere di presa comunali fino alla restituzione dei reflui negli ambienti idrici recettori ai fini della redazione del bando. Affidamento che si rende necessario dare a una struttura di alta specializzazione ed efficienza». Come su questa testata era stato anticipato qualche tempo fa (clicca), la struttura di “alta specializzazione ed efficienza” è stata poi trovata e l’incarico «per supporto tecnico-scientifico per l’assistenza redazione di un bando di gara europeo per l’affidamento del servizio della gestione del servizio idrico integrato (S.I.I.)» è stato convenzionato con «il dipartimento ingegneria civile – Università della Calabria». Una stipula che comporterà un investimento di denaro pubblico, dalle casse del comune, «pari ad € 20.000,00 oltre Iva ed oneri».
Peccato che tutta l’operazione “paolana” sia direzionata nel senso inverso rispetto a quanto detto da Cantone e anticipato dalla Regione Calabria, perché – come ha avuto modo di ribadire il sindaco nel corso dell’ultimo consiglio comunale (del 16 giugno scorso) – l’iniziativa sarà basata sia sul “Project Financing” che sulla natura “europea” dell’operazione, la quale – come è noto – parte da una durata temporale che, se la Regione l’anno prossimo dovesse “stoppare” tutto all’atto del suo subentro, esporrebbe il comune a doversi far carico di una penale per la rescissione del contratto con la ditta eventualmente appaltante. Una clausola che potrebbe rischiare di “pesare” per il 10% dell’intero costo di attuazione del progetto.
Per fare un esempio si potrebbe pensare ad un investimento da 10 milioni di euro che, all’atto della rescissione del contratto (a questo punto altamente probabile) porterebbe comunque i contribuenti a versare un milione di euro nelle casse della ditta appaltante (anche se questa non dovesse aver mosso neanche un macchinario o un operaio).
Per chiarire meglio la situazione è forse opportuno “sentire” dalla viva voce del sindaco ciò che è stato predisposto, e per questa ragione – nel video contributo che segue – ne è riproposta una “chiave di lettura” audio basata sulla registrazione “ambientale” dell’ultimo consiglio comunale.
Buona visione (ascolto)
