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Il primo capitolo del manuale con le “istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione”, pubblicato recentemente dal Ministero dell’Interno e riferito a ciò che dev’esser fatto laddove si voterà per il prossimo referendum, è intitolato “la composizione del seggio elettorale”. Stante quanto è sancito al suo interno, proprio al primo paragrafo – “Composizione del seggio e validità delle operazioni” – è riportata questa indicazione: «In ogni sezione è costituito un seggio elettorale. Il seggio è composto da un presidente, un segretario e tre scrutatori. Il numero degli scrutatori è aumentato a quattro nei seggi nella cui circoscrizione si deve raccogliere il voto di elettori ricoverati in ospedali, istituti o luoghi di cura aventi meno di 100 posti letto o di elettori ammessi a votare a domicilio».
Tralasciando il resto, che conclude con tutti i richiami giuridici del caso, il valore codificato in questa premessa è tale da doversi considerare assoluto. Tuttavia, leggendo l’elenco di presidenti e scrutatori recentemente diramato a Paola, perplessità sono sorte in chi – per esperienza – ha coordinato dal comune moltissime competizioni elettorali.
Nella fattispecie il dubbio riguarda il numero delle persone coinvolte in questa prossima consultazione. Nominativi che potrebbero essere in sovrannumero rispetto alle indicazioni del ministero, perché – seguendo il ragionamento che una ex dipendente comunale ha pubblicato sulla bacheca virtuale del sindaco Ferrari – i seggi speciali spettanti a Paola, nei casi delle sezioni 7 e 10, dovrebbero essere composti da un presidente e due soli scrutatori.
Se questo fosse vero, cosa dire adesso a coloro che, in alcuni casi, hanno saputo – anche attraverso chat private su internet – d’esser state scelti per la consultazione del 4 dicembre?
Forse l’aiuto potrebbe arrivare dalla sezione “volante” che si potrebbe istituire in una casa di cura. Chissà.
