Attualmente funzionante grazie all’opera di due medici ed un primario, il reparto di ortopedia dell’ospedale San Francesco di Paola continua a garantire quei famigerati livelli di assistenza che, spesso, sono alla base di editti commissariali volti alla gestione della sanità.
Tuttavia, per la mole di pazienti che giornalmente necessitano di cure ortopediche – molti, in condizioni spesso gravi, provenienti da zone distanti della costa – il lavoro di questo trio delle meraviglie accusa degli aggravi.
Veri e propri turni massacranti cui, oltre ai dottori, si presta il resto del personale ospedaliero, sempre efficiente ed in grado di gestire tutte le situazioni .
La spoliazione selettiva del reparto, privato di parecchie figure necessarie a diagnosi e terapie, è iniziata l’anno scorso con la perdita di un elemento “migrato” al Pugliese Ciaccio di Catanzaro. A questa prima e già fondamentale pedina, il nosocomio paolano ha poi dovuto “sacrificarne” altre, con tre camici bianchi “stabilizzati” all’ospedale Annunziata di Cosenza nel luglio scorso e altri due, di recente, cooptati a Castrovillari grazie ad un concorso.
Pertanto, un’unità operativa che precedentemente è stata in grado finanche di “formare” i professionisti presenti in corsia, allo stato attuale appare desertificata e capace di offrire quel minimo indispensabile per rimanere in piedi. Considerando che anche gli attuali partner dell’equipe guidata dal dott. Candela (primario) sono soggetti ad un contratto a tempo determinato, cosa bisognerà aspettarsi al prossimo turnover?
Per caso un reparto intero che poggia sulle spalle di un solo medico?
O forse un reparto senza numeri e a rischio chiusura?
Paola, inerte, resta in attesa.