basilio ferrari

Paola – Il sindaco risparmia il fiato, ritira le querele ma paga le parcelle

Il sindaco querela, poi ci ripensa, ma alla fine paga ugualmente l’avvocato, suo amico e collega di partito. Uno “scherzetto” costato 5.000 euro alle casse del Comune dissestato.

Intanto una doverosa premessa: il sindaco, membro del consiglio dell’ordine degli avvocati, ha smantellato l’ufficio legale comunale, tenendo per sé, in giunta, la delega al contenzioso. Ma andiamo al fatto.

Il 13 febbraio del 2015 viene adottata la delibera di giunta numero 21 (l’atto viene firmato dal vice sindaco Francesco Sbano e dagli assessori Dario Gaetano, Giovanni Mannarino e Paolo Siciliano). Nella delibera, tra l’altro, si legge: “… in data 12.02.2015, l’Avv. Basilio Ferrari, nella qualità di Sindaco del Comune di Paola, ha depositato una nota, prot. n. 2391, con la quale, nel comunicare la pendenza di un procedimento penale R.G.N.R. n. 4734/14 presso il Tribunale di Cosenza, a proprio carico per fatti ed atti direttamente connessi nell’esercizio delle sue funzioni, chiede all’Ente di provvedere alla propria assistenza legale e di recepire, nel contempo, la nomina del legale difensore”. E veniva nominato Emilio Perfetti – ex consigliere comunale, designato dallo stesso centrodestra nel consiglio di amministrazione della società mista Porto Marina di San Francesco – con un impegno di spesa di 5.000 euro.

L’amministrazione Ferrari, tuttavia, dopo quasi due anni (22 mesi), procedeva alla rettifica della delibera di cui sopra, attraverso l’atto deliberativo n°141 del 28 novembre 2016 (adottata stavolta dal sindaco e da tutti gli assessori) in cui, tra l’altro, si legge: “… tale delibera è frutto di un errore, in quanto la vicenda è diversa da quella ivi esposta… il procedimento penale non è a carico del sindaco…” ma del direttore Guido Scarpino (difeso dall’avv. Francesco Sapone) e del giornalista Stefania Scarpino (difesa dall’avvocato Luigi Suma) del settimanale “Calabria Inchieste”, querelati dallo stesso sindaco per un articolo da lui ritenuto “diffamatorio”.

Tuttavia, durante il processo, prima della sentenza, il sindaco ha improvvisamente deciso di rimettere la querela contro i due giornalisti (atto accettato dai querelati “al fine di non indispettire il giudice”), determinando così, a sorpresa, la cessazione dell’azione penale – avviata perché obbligatoria per legge alla luce della querela di parte – e l’estinzione del reato.

Ed il 6 dicembre scorso con determina n°178 si verifica un altro fatto curioso. L’avvocato e amico del sindaco viene comunque retribuito: 5.000 euro. “In data 07.09.2016 protocollo 16707 – si legge nella determina – l’avvocato Emilio Perfetti nel comunicare che con sentenza n°1752/2016 è stato definito il procedimento penale n°4734/14 Rgnr, chiedeva altresì, così come da nota allegata del signor Sindaco, la liquidazione delle proprie prestazioni professionali di euro 5.000”.

E il Municipio, di contro, ha disposto il pagamento della parcella.

Immaginiamo ora cosa potrebbe accadere alle casse di un Ente pubblico, peraltro dissestato, se il suo organo di vertice, dopo avere dismesso l’ufficio legale comunale, e trovandosi in conflitto di interessi tra il consiglio dell’Ordine degli Avvocati e la delega assessorile al contenzioso, iniziasse a querelare giornalisti ritenuti “scomodi”, nominando propri avvocati di fiducia, pagandoli coi soldi del popolo per i servizi resi e, poi, improvvisamente, ritirando pure l’atto-querela (necessario per avviare l’obbligatoria azione penale e quindi, conseguentemente, creare i presupposti per far lavorare l’avvocato). La riflessione al lettore.

(contributo firmato)

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