cosmo de matteis

«Con la sanità costiera in questo stato, potrebbe scapparci il morto»

«Stiamo facendo di tutto per preservare un sistema che va a rotoli».

Con queste parole, il vicepresidente nazionale del Sindacato dei medici italiani (Smi), Cosmo De Matteis, è intervenuto per commentare l’attuale regime sanitario – soprattutto della costa tirrenica cosentina – calabrese.

«I continui tagli, le vessanti rimodulazioni territoriali, la totale assenza di supporto per risolvere problematiche come quelle dei precari o dei lavoratori non pagati, sono tenaglie che si stringono attorno al cittadino. Perché la catena gestionale attualmente in voga s’abbatte comunque sugli utenti, che poi sono i contribuenti finanziari con tasse pagate che, così stanti le cose, è comprensibile ritenere vane. La crisi della riorganizzazione in corso, è visibile nelle corsie degli ospedali, dove i malati non riescono più a trovare un ricovero. La chiusura di Praia a Mare e la soppressione del reparto di medicina a Cetraro, sono state due mazzate troppo forti al tessuto già precario dell’assistenza litoranea, perché hanno sovraccaricato altri servizi che stanno per soccombere sotto al peso del disagio. Perché è difficile curare i casi di quei pazienti che dovrebbero stare sotto perpetua osservazione, con macchinari clinici e sotto lo sguardo di personale esperto, persone affette da patologie che s’aggravano coi sintomi dell’influenza e che i dottori di famiglia non riescono a gestire nel migliore dei modi. Di questo passo è statisticamente probabile che qualcosa di brutto possa accadere, così come dimostra il caso emblematico che ha avuto luogo recentemente a Nola, perché è ovvio dover considerare la possibilità di curare a terra le persone se posti letto non ce ne sono più. A questo siamo ormai ridotti nel meridione d’Italia, dove medici precari aspettano da tempo una stabilizzazione che rimbalza tra un piano di rientro e l’altro, dove gli operatori del 118 andrebbero rafforzati e non ridimensionati, dove ci sono strutture che potrebbero pubblicamente tutelare il cittadino e che invece vengono offese, con la chiusura coatta o con la mancata erogazione dei finanziamenti».

Nello specifico la situazione è aggravata dal depotenziamento di molti reparti, con personale attratto altrove da stabilizzazioni che hanno portato alla riduzione – almeno per Paola – di medici nelle corsie di settori chiave, con l’impossibilità di eseguire in loco esami ed analisi che, come ha recentemente denunciato il comitato popolare Bonavita, costringono l’utenza a continui viavai tra le ali dello spoke condiviso con Cetraro.

Il tutto mentre in locali seminterrati, lontano dagli sguardi indiscreti, costosissimi macchinari trovano ricoveri improvvisati.

Il dottor De Matteis, medico di base ed ex amministratore comunale, punta a ribadire quelli che sono stati fino ad oggi i passaggi compiuti dal sindacato, più volte impegnato su tavoli romani.

«La frustrazione di sentire inascoltate le nostre istanze non è determinata dalla sfiducia, perché riteniamo che con le mosse giuste la situazione possa ancora raddrizzarsi, bensì è dovuta alla consapevolezza della sofferenza cui è costretta tutta la fascia alla base dell’intera filiera, con i malati che rischiano la vita e operatori che si giocano costantemente la carriera. Il ritmo infernale che si è innescato con le carenze indotte al sistema, pesa come un macigno sulle prestazioni dei colleghi di ogni ordine e grado, perché impone una disponibilità che va ben oltre l’orario stabilito. Sotto stress è più facile commettere errori, soprattutto in situazioni che necessiterebbero contesti di cura come gli ospedali. Non rimandiamo la discussione del problema solo a quando ci scapperà lo scandalo di un morto in circostanze discutibili».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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