manifestazione angelo sangineto

Occuparono la SS18 per protesta, deferiti 21 manifestanti “per Angelo”

Sono state indagate 21 persone delle centinaia che lo scorso 26 novembre presero parte alla manifestazione organizzata a Sangineto in onore di Angelo, il cane torturato e ucciso da quattro Sanginetesi la scorsa estate.

La manifestazione, organizzata da Noita (Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali) e Pae (Partito Animalista Europeo), fece registrare dei lievi momenti di tensione determinati dal fatto che ai protestanti non fu consentito l’accesso al paese da parte delle forze dell’ordine per questioni di «ordine e sicurezza pubblica».

Una buona parte degli animalisti – che a novembre raggiunsero la Calabria da tutta Italia dopo lunghi viaggi – vedendosi negato l’ingresso al paese, decisero, in segno di ulteriore protesta, di occupare per circa un’ora la carreggiata della Ss 18 in corrispondenza del bivio di Sangineto.

«Al termine delle attività investigative svolte da personale della Digos di questo Ufficio – si legge nel comunicato diramato dalla questura di Cosenza –  venivano individuate nr. 21 persone nei confronti delle quali veniva irrogata la sanzione amministrativa (da 2582 a 10329 euro) prevista dall’art. 14, comma 2, legge 24 novembre 1981 nr. 689.  L’attività investigativa svolta consentiva il deferimento dei predetti anche all’Autorità Giudiziaria competente che, concordando con le ipotesi avanzate, emetteva nei confronti di nr. 21 indagati, l’avviso della conclusione delle indagini preliminari e la comunicazione della nomina del difensore d’Ufficio, a firma del Pubblico Ministero d.ssa Anna Chiara Fasano, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola».

Prosegue il comunicato: «Gli indagati sono stati tutti ritenuti responsabili dei reati previsti dall’art. 112 n. 1 c.p. (circostanze aggravanti) e art. 1 del D. Lgs. N. 66/1948 (norme per assicurare la libera circolazione sulle strade ferrate ed ordinarie e la libera navigazione)».

Un’azione giudiziaria che vedrà gli animalisti in una veste non esclusivamente difensiva in quanto si tratta di una battaglia legale già annunciata dal presidente del Noita Enrico Rizzi quando, a novembre ci fece sapere di aver avviato, allegando le prove video, le dovute procedure legali inerenti al comportamento di alcuni degli uomini della questura.

Nello specifico, secondo le dichiarazioni di Rizzi, alcune autorità avrebbero fotografato con i cellullari personali i documenti dei manifestanti anziché registrare le generalità, come da prassi, attraverso la compilazione dei moduli autorizzati.

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