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Le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Cetraro, Angelo Aita – nel merito della situazione sanitaria del tirreno cosentino, che vede a tutt’oggi inattuato il decreto commissariale col quale, Massimo Scura, ha istituito le linee per armonizzare il lavoro dello spoke (cioè l’idea dell’ospedale condiviso con Paola) – hanno suscitato la reazione della minoranza consiliare non ancora ufficialmente in campo con un proprio candidato a sindaco.
Esponenti di una politica opposta a quella dell’attuale maggioranza, sono arrivati a far quadrato attorno alla presidente del consiglio Emira Ciodaro, pur di difendere il nosocomio cittadino e gli interessi della collettività.
«Ci meraviglia e non poco – hanno risposto – l’incitamento pubblico, apparso ieri sulla stampa, a violare le regole, esternato non da un semplice cittadino, ma dal Sindaco di una Città che, a nostro avviso, dovrebbe invitare chiunque e per qualsiasi ragione al doveroso e rispettoso ossequio delle regole per evitare che la comunità diventi una giungla dove prevalga il volere del più forte e del più furbo. Siamo meravigliati due volte, poi, perché il sindaco in questione governa una Città come quella di Cetraro, caratterizzata sì da bellezze straordinarie ed abitata certamente da tanta gente dignitosa e onesta ma che, suo malgrado, ha comunque altre problematiche come spesso hanno evidenziato importanti vicende giudiziarie. Il sindaco di questa realtà, pertanto, deve dare l’esempio due volte al doveroso rispetto delle regole, trasformando la sua gestione amministrativa in una vera e propria missione. Rispettare le regole, infatti, significa dare esecuzione al decreto Scura che segue alla lettera i dettami della legge Lorenzin sul riordino della rete ospedaliera, cosa che l’Asp ancora non ha fatto. E a nulla valgono, in tal senso, le giustificazioni e l’assist del sindaco di Cetraro rispetto a questa grave accertata “non attuazione” di quelle regole. Noi, nei panni del sindaco di Paola per come già abbiamo detto, ci saremmo determinati con un esposto penale per omissione a carico dell’Asp provinciale, come hanno fatto altri Comuni. Il primo cittadino di questa nostra martoriata Città, bontà sua, ha invece limitato l’azione difensiva al solo Tribunale amministrativo, il classico ed ingiustificato “brodino vegetale”.. Ce ne faremo una ragione. E, comunque, a prescindere dalla pessima considerazione politica che abbiamo per l’amministrazione Ferrari, che malgoverna e distrugge Paola, non possiamo comunque, obiettivamente, condividere in pieno le parole della presidente del consiglio comunale di Paola, Emira Ciodaro, la quale, anche se in ritardo di qualche anno, s’è resa conto che la battaglia sull’ospedale deve essere una battaglia senza esclusione di colpi contro la violazione costante delle regole, determinata da collusioni politiche di chi, per fare cosa gradita a determinati consiglieri regionali, continua a non dare esecuzione ad un disposto di legge emanato su disposizione di un commissario nominato dal Governo. Chiaramente il rispetto e la cristallizzazione delle idee e dei percorsi politici è fuori da qualsiasi minima discussione. Prenda atto di questo, il Sindaco di Cetraro, dia esempio civico e dia lezioni di legalità e rispetto delle regole, anziché avallare furbescamente e in modo campanilistico, la strategica inosservanza di quel decreto. Ad avallare quanto sosteniamo da anni, unitamente al Comitato Bonavita, ci hanno pensato i numeri che sono impietosi: la gestione cara a qualche politico importante del tirreno ha portato il nostro territorio a essere il primo nella migrazione sanitaria verso altre realtà sanitarie. Il sindaco di Cetraro se ne faccia una ragione».
