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Il finanziamento da 800mila euro che, in prima istanza, era parso opportuno per l’ex palazzo di città a Corso Garibaldi, è stato destinato a coprire l’opera pubblica impiantata a Largo Sette Canali.
Il palco con vano per ospitare poltroncine scorrevoli su binario, intitolato “Teatro Mauro Ganeri” (indimenticato figlio della senatrice Antonella Bruno, già prima cittadina paolana), e l’edificio che oggigiorno ospita il team di Territorio Solidale (dedicato alla memoria dell’ex sindaco socialista Antonio Eboli), hanno avuto finalmente premiati gli sforzi dei tecnici e dei lavoratori che ne hanno consentito la messa in opera.
Posto che la realizzazione di un “Centro Laboratoriale ed Attività Connesse” è faccenda abbastanza complessa, la lista di coloro che hanno contribuito all’impresa è decisamente lunga e, per comodità di spazio nonché attinenza territoriale, se ne da cronaca solo per ciò che riguarda la parte paolana.
In una classifica complessiva che riguarda la tabella relativa alle “spese liquidate e pagate” – cumulativa di 491.045,68 euro – la compagine cittadina di persone coinvolte ha totalizzato la somma di 63.141,88 euro che, in percentuale, rappresenta il 12.85% dell’intervento totale.
A guidare la classifica delle retribuzioni c’è l’architetto Luigi Colella, destinatario di 38.969,59 euro (progettazione definitiva ed esecutiva, rimborso per indagini geologiche, direzione lavori primo e secondo Sal), seguito dall’ingegner Fabio Pavone con 10.952,34 euro (supporto Rup fase progettazione e lavori primo Sal), con a ruota il collega Amabile Lattari attestatosi a 8.944,72 euro (collaudo completo e in corso d’opera primo e secondo Sal), più distaccati Antonio Vigliotti con 2.962,09 euro (progettazione preliminare) e Monica Bruno a 888,15 euro (saldo supporto Rup), chiude la commissaria di gara “fase progettazione”, Graziella Marra, con 424,99 euro.
Nonostante le 21 pagine di cui è composto l’atto, nessun cenno è stato riservato alla voce “barriere architettoniche” (e/o a varianti funzionali ad abbatterle), per cui – allo stato attuale – l’area rimane impossibile da raggiungere agevolmenteai diversamente abili costretti alla carrozzina.
