francesco sbano

Paola – Web, Facebook, Whatsapp e “grembiulini”. Così non è “campagna”

Nota diramata dalla Coalizione di Salute Pubblica (candidato a sindaco: Roberto Perrotta)

Da un mese a questa parte registriamo una ondata di menzogne mediatiche fatte circolare artatamente da elementi di centrodestra e, recentemente, anche da soggetti col “grembiule” di paesi limitrofi, sia sui social network sia, più in generale, sul web, ma anche tramite messaggi whatsapp.

Una considerevole quantità di notizie false, di bufale, di supposizioni, di letture di “palle magiche”, che sostituiscono i fatti, gli atti, i documenti, i riscontri al solo fine di gettare discredito sul temuto nemico politico a pochi mesi dal voto.

Ma a prescindere dal consueto metodo Boffo che, se da un lato ormai non scandalizza più di tanto – sia perché stantio sia perché, finalmente, tutti sanno chi sono i promotori locali di tali infangate, chiacchierati e schedati nella società per varie faccende di cronaca nera – dall’altro consente comunque di sollevare inquietanti interrogativi sull’ossessionante impegno di taluni soggetti nella gestione della cosa pubblica a livello locale.

Ci chiediamo: quali interessi economici e personali si celano dietro l’utilizzo quotidiano e a tempo pieno di facebook ad opera di specialisti medici, di avvocati, di architetti, di professionisti in genere?

Cosa porta costoro a distogliere giornate intere dagli impegni professionali, dalla famiglia, dalla consueta quotidianità per dedicarle alla calunnia su internet?

Cosa porta costoro, tra l’altro, a dispensare visite mediche specialistiche gratuite per quasi tutto il giorno, “rinunciando” (apparentemente) al proprio guadagno?

È forse per accaparrarsi, questi ultimi mesi, i voti necessari per continuare a tenere le mani in pasta?

È forse per soldi e per il potere?

Ce lo chiediamo perché tale stato di cose non è solo anomalo, ma anche fortemente sospetto.

Come sono sospette le tante parcelle di 5.000 euro a vertenza (ad altri avvocati vengono  invece elargiti 300 o 500 euro) sempre allo stesso avvocato e “amico del cuore”; come sono sospetti i circa 100 mila euro elargiti allo stesso nucleo familiare, composto da architetto, architetta e ingegnere; come sono sospetti i bandi-vestitino per gli ex candidati; come sono sospette le vertenze giudiziarie intentate dai parenti degli amministratori a danno dello stesso Comune, al fine di non pagare le tasse e nominando, contestualmente, quale avvocato difensore dell’Ente, un proprio congiunto diretto.

Ci chiediamo: sono forse questi interessi che scatenano l’istinto di rivalsa e di calunnia, proiettato sul web e sui giornali o la voglia dell’ormai famigerato “bene comune”?

La gente conosce la risposta perché, fortunatamente, le carte di questi intrallazzi sono stati pubblicati su alcuni giornali.

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