fabio pavone

Paola – Al processo “Pavone+6”, il teste d’accusa inchioda gli imputati

Nuova udienza al processo che vede alla sbarra il responsabile dell’Utc paolano.

Il dibattimento identificato come “Pavone+6” si basa su riscontri secondo cui gli imputati, in concorso tra loro, redigevano false certificazioni, stralci catastali e aerofotogrammetrie.

I fatti risalgono a pochi anni fa e partono da una vicenda consumatasi a Longobardi, dove – dando seguito ad una richiesta di permesso a costruire – sarebbe stata consumata la contraffazione dei documenti necessari ad autorizzare i lavori.

Perciò l’altro ieri è stato ascoltato come teste l’architetto Giancarlo Ambrogio, all’epoca dei fatti responsabile del settore tecnico a Fiumefreddo, che nella sua qualità di ausiliario di PG nominato dal comando stazione dei carabinieri, ha reso un contributo funzionale alle tesi dell’accusa.

Il professionista che svolse un sopralluogo nel 2009, ha sostenuto che «in Longobardi, alla località Frailliti, all’interno della particella n.212 del foglio n.46, di superficie pari a mq 137, non risultano insistere opere edilizie»,  aggiungendo che «all’interno della particella n.209 del foglio n.46, di superficie pari a mq 1328, risultano insistere dei vecchi muri di pietrame a secco di altezza variabile tra i cm 95 a partire da est, per arrivare verso ovest con cm 70. Tali muri creano una forma geometrica irregolare con misure d’ingombro di mt. 9,40 x 3,80 circa, in cui si evidenzia, sul lato nord/est, un piccolo vano con dimensioni interne di mt. 1,60 x 2,50 circa le cui pietre, dal lato interno, evidenziano tracce di malta bastarda; la restante parte della forma irregolare, risulta un accumulo di pietrame di varie dimensioni. Tale pietrame è verosimilmente riconducibile ad un vecchio e piccolo ricovero di animali».

Dai riscontri dell’architetto Ambrogio è emerso che le particelle in questione non avessero indicazione di alcuna opera, tanto meno dei muri In pietrame accertati in loco.

La difesa dovrebbe ora dimostrare che la traccia di una presunta porcilaia fosse in realtà un «fabbricato esistente già nella disponibilità dei coniugi sig.ri Amendola Emilia e Porto Nicola (anch’essi imputati, ndr)», come attestò l’allora responsabile dell’area tecnica del comune di Longobardi, l’imputato Salvatore Carnevale, ingegnere insieme al quale all’epoca Fabio Pavone agì «in concorso».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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