basilio ferrari

Paola – Ferrari scarica rabbia in piazza contro commercianti ed ex sindaci

Alla fine, oltre a svolgere il comizio inaugurale in una piazza tra le più capienti della città, né il sindaco né colei che lo ha preceduto, hanno avuto parole di biasimo contro i giornalisti.

Contrariamente a quanto riportato da qualche sfaccendato che si dedica alla stesura di articoli, tanto la presidente del consiglio comunale, quanto il primo cittadino, hanno focalizzato i propri interventi su temi politici, ovvero sul confronto tra visioni prospettiche che – nelle espressioni comiziali – pare essersi imperniato tra la compagine rappresentativa dell’attuale maggioranza e quella che viene considerata la più probabile antagonista, vale a dire la coalizione in appoggio a Roberto Perrotta.

Contro gli alleati innanzitutto, a partire dalla lista dei commercianti verso i quali Ferrari ha tuonato: «hanno fatto una lista, dicono, contro di me, perché non vendono, perché le macchine non parcheggiano davanti ai negozi, e Paola dovrebbe andare nel senso contrario a quello in cui si muove il futuro, nella direzione opposta. Pensano che il commercio è quello che prevede che la macchina si deve fermare davanti il negozio, che devi respirare lo smog, che i bambini devono passeggiare alla stessa altezza delle marmitte delle macchine, che le mamme con i passeggini non hanno diritto ad ottanta metri di isola pedonale nel Corso principale della città.» E ancora: «Volevano ritornare al passato, a quella Paola brutta, senza il minimo di senso estetico caratterizzato per chi ama questi luoghi come chi ama la propria casa. Abbiamo creato un parcheggio a questo scopo, abbiamo bonificato un’area di migliaia e migliaia di metri quadrati, che giaceva in pieno centro urbano, con accumuli di rifiuti, di animali morti, di materiali inquinanti, di carcasse di animali, e i commercianti non la vedevano, non la vedevano, perché erano assuefatti al brutto. Forse era quello il motivo per cui le cose andavano male, e perché negli ultimi vent’anni non si erano accorti come, col minimo sforzo, anche un comune in dissesto finanziario si poteva permettere il lusso di riqualificare delle aree nel pieno centro urbano. Mi guardano male dalle vetrine, però è quello che penso».

Quindi stoccate anche agli altri partner di Perrotta, soprattutto Antonio Pizzini – nei cui confronti si era scagliata pure Emira Ciodaro (dimenticando il ruolo del leader del Pri, Sergio Stancato, ai tempi nel quale l’ex sindaco democristiano era in carica) – che Basilio Ferrari ha cercato addirittura in Piazza IV Novembre dicendo: «La coalizione di salute pubblica: Tonì (ad Antonio Pizzini, ndr), ma che cosa hai fatto, Tonì? Cosa hai fatto Tonì? Era il 2011, ti hanno regalato una montagna, questa è la mia colpa, non lo so se sei in questa piazza Tonì, quanti anni ti abbiamo votato in Forza Italia? Non lo so se sono di dietro, davanti, dove sono: era il 16 giugno del 2011, 68 ettari di terra Comandà! Questa è la mia colpa, questa è la coalizione di Salute Pubblica. Che cosa li aggrega? I progetti? No! Il bene della città? No! Si sono combattuti, loro si, non io che li ho contrastati. Si sono combattuti con l’odio personale. Si sono offesi, si sono odiati, si sono riuniti nel segno del rancore contro di me, perché c’è sempre di mezzo un terreno. Anche per la Caserma dei Vigili del Fuoco: non ne ho regalato terreni! Anche a costo di cadere, anche a costo di perdere i miei di consensi: io terreni a 500mila euro non ne pago Comandà! Perché mi conosci da tanto tempo, non li pago, se sono agricoli non li pago, e la montagna non la regalo. E la mia consolazione è che nessuno di questi dice: “sono di la perché Basilio ha amministrato male”. “Ha vist’ chi m’hana fatt'”, dicono. “A chi?”: a livello personale. Giovà (probabilmente a Giovanni Gravina, ex sindaco oggi con Perrotta, ndr), Giovanni, Giovà, non ci puoi stare la, non è possibile, ricordati quello che hanno fatto a Carlo (forse Carlo Gravina, ex candidato a sindaco di centrosinistra nel 2012, ndr), come l’hanno trattato, in che condizioni politiche, per carità, si trova adesso».

Quindi la conclusione, che ha ricalcato in tutto e per tutto quella già espressa lo scorso 4 marzo al Sant’Agostino, con Ferrari che ha rivendicato l’investitura del candidato.

«Non mi chiamate presuntuoso o superbo – ha detto il sindaco uscente – io ho il diritto di averli questi cinque anni, me li sono guadagnati! Me li sono conquistati, è troppo facile tornare adesso, è troppo facile Emì (riferimento incomprensibile, ndr), è troppo facile venirsi a sedere adesso che è tutto a posto, che è tutto semplice, che la strada è in discesa. Non è giusto. Ma non è che non sia giusto politicamente, non è giusto moralmente. Non sarebbe giusto».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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