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Paola – Speciale Lungomare: lavori con copertura finanziaria “fantasma”?

Quando mesi fa, su queste stesse colonne, il metodo prospettato per finanziare i lavori sul lungomare è stato analizzato alla luce di una variazione di bilancio che appariva quantomeno “avventata”, qualcuno ebbe a storcere il naso e diede avvio ad una campagna contro la stampa, attaccandola al punto da averne definito i rappresentanti come «nemici di Paola».

Ebbene, passato un fisiologico periodo utile a capire da quale parte stesse la verità, con la deliberazione di giunta n.51 dello scorso 4 Aprile, il sindaco Basilio Ferrari e tutti i suoi assessori, hanno dovuto ammettere che l’opera non potrà essere realizzata coi soldi provenienti dall’alienazione della scuola di Casalinelle.

Considerando l’infruttuosità delle varie sedute d’asta a cui è stato soggetto il bene comunale (che poi tanto comunale non è, dato il contenzioso avviato da alcuni privati che vanterebbero diritti in proposito), il primo cittadino e la sua giunta – a lavori in corso – hanno dovuto ammettere l’azzardo e “ripiegare” su un’altra formula che, tuttavia, non è esente da criticità sostanziali che potrebbero far ripiombare la situazione in uno stallo che, ancora una volta, andrebbe a cozzare con le direttive dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac), la quale vieta espressamente di dare avvio a lavori pubblici che non siano assicurati da una preventiva copertura finanziaria.

Secondo quanto è stato incasellato nell’atto dell’esecutivo, a parere dell’ingegner Fabio Pavone sarebbero «disponibili» altre coperture finanziarie, tra le quali spicca (per una cifra di 173.605,15 euro) una «Presa d’atto Importo Oneri Concessori» da riscuotere.

A questo punto, andando a spulciare la determinazione n.23 del 31 marzo scorso (su cui si basa il parere espresso nella determina con cui la giunta ha ravvisato «la necessità di trovare diversa copertura finanziaria»), redatta sempre dall’ingegner Pavone, si scopre che si tratta di «crediti vantati» basati su diciannove posizioni contributive di cui almeno otto risalenti ad annualità che, alla luce del “decreto del fare”, hanno tempistiche di riscossione da tre a cinque anni (sempre qualora venissero rispettate le scadenze).

Otto voci che, sommate, costituiscono ben 88.271,8 euro dei 173.605,15 necessari, senza considerare che delle restanti undici voci ce ne sarebbero alcune che potrebbero addirittura essere contestate.

Resta quindi in piedi la possibilità che, ancora una volta, l’operazione finanziaria ratificata dall’esecutivo Ferrari, possa essere basata su criteri contabili incerti e, forse, inadatti ad affrontare la spesa necessaria a coprire i lavori.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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