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Passato il Giro restano domande (e molta “incazzatura) – di Roberto Pititto

La carovana è ripartita. Da Castrovillari ad Alberobello, ad allietare altri automobilisti, grazie a Dio si allontana e speriamo per sempre. Cosa resta? Un po’ di inevitabile spazzatura…  qualche siringa usata dite?

Ma che andate a pensare?

Un cappellino, una borraccia vuota e poco altro, anzi no, qualcosa di consistente resta: tanta rabbia.

La rabbia di chi è stato costretto in un pomeriggio afoso ad aspettare per ore che il rito si compisse, di chi si aggirava con la macchina tra disastrate strade di collina per trovare una soluzione che non c’era, di chi finiva per sbattere inevitabilmente contro un nastro bianco e roso presidiato in certi casi da improbabili (ed incolpevoli) custodi con variopinte pettorine.

La rabbia di chi si è sentito umiliato ed offeso, trattato come un cittadino d’infima serie senza diritto a dire la sua, senza possibilità di opporsi a questo atto di estrema arroganza. E pensare che abbiamo pure pagato per il disagio.

E per cosa poi?

Davvero pensate cari Sindaci dei territori attraversati dal gruppone che questo serva a promuovere turismo?

Davvero pensate che qualcuno sceglierà di andare in vacanza a Guardia o ad Acquappesa perché ha visto qualche minuto di riprese dall’elicottero della RAI in un afoso e un po’ grigio pomeriggio di Maggio?

Davvero c’è chi crede nell’epoca in cui le informazioni, di qualsiasi tipo, riprese aeree comprese, sono abbondantissime, fruibili e gratuite, sia una sgangherata ripresa in più a fare la differenza?

Davvero sceglierei la Calabria, Guardia, Acquappesa o qualsiasi altro posto non in base ai servizi offerti, alla viabilità (Giro permettendo), alla fruibilità del mare, ai prezzi, ma perché me lo suggerisce un servizio RAI al Giro d’Italia?

Sarebbe un insulto alla vostra intelligenza se pensassi che voi lo pensate. Quindi chiudiamola qui, sperando che quella rabbia svanisca al più presto, senza inficiare la carriera politica di nessuno.

Dal giorno successivo alla chiusura del Giro, i procacciatori di tappe (e soldi) si rimetteranno all’opera nelle strade d’Italia. Certo in modo più discreto, ma ugualmente nocivo. Vi prego, Sindaci, Presidente della Regione, Politici più o meno interessati, non date loro retta.

Dite che la Calabria ha già abbastanza problemi per farsi carico pure di questo.

Vi giuro che se lo farete verrò in vacanza io a Guardia, magari organizzo una raccolta fondi, un piccolo gesto per ringraziare chi ci eviterà la rabbia futura.

Noi cittadini di infima serie, umiliati, presi in giro, trattati come pecore in un gregge ve ne saremo grati.

Però le strade asfaltatele lo stesso, perché qualche fesso quella stramaledetta  SS18 la usa persino per lavorare.

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