roberto perrotta

Paola – Il Comune aderirà allo Sprar. “NO” ad arrivi incontrollati di stranieri

Nominato sul finire del consiglio comunale di venerdì scorso, il “Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati” (Sprar) dovrebbe presto entrare a regime anche a Paola.

Su iniziativa del sindaco Roberto Perrotta, gli uffici preposti si sono già attivati per mettere in campo le progettualità da presentare agli enti competenti, di modo che i flussi migratori cui anche la città del Santo – oltre a quelli già presenti presso una struttura alberghiera – sarà chiamata a dare ospitalità, possano essere amministrati secondo la rete predisposta di concerto dall’Associazione dei Comuni Italiani (Anci) e dal Ministero dell’Interno.

Secondo quanto spiegato dal sindaco nel corso del suo ultimo intervento consiliare, «il nostro comune ha iniziato le procedure per l’adesione allo Sprar. Voi sapete bene – ha detto Perrotta – che questa è una problematica che interessa i vari comuni, che sui rifugiati, sui richiedenti asilo, vale a dire gli immigrati, c’è tutta una querelle rispetto alla quale c’è molta speculazione. Noi vogliamo evitare determinati processi, che purtroppo avvengono, per cui con lo Sprar lo Stato ha dato la possibilità, ad ogni comune che aderisce, di avere un numero ben definito di persone. Vale a dire 2,5 per mille abitanti, che per sommi a capi significherebbero per Paola circa 35 ospiti, nuclei familiari ben definiti, richiedenti asilo e rifugiati, persone che hanno determinate caratteristiche. Tutto questo per favorire l’integrazione, perché poi il comune ha diritto a fondi ed ogni richiedente asilo ha diritto ad un mensile, per cui si fanno le cose per bene, rispettando la legge, eliminando eventuali possibilità di speculazione. Io sono molto preoccupato – ha ammesso il primo cittadino – perché ho sentito strane voci, prima e durante la campagna elettorale. Vale a dire di acquisti di immobili e di vecchi edifici, perché c’è la volontà, da parte di qualcuno, di impiantare dei centri di accoglienza che sono cose molto diverse da quello di cui stiamo parlando. Cioè, lo Sprar è una cosa, il centro d’accoglienza è un’altra. Se un comune non aderisce allo Sprar, significa che tutte le richieste che pervengono dai privati devono essere accolte. Perché il comune ha due strade: o aderisce allo Sprar e quindi si pone nella direzione verso la quale intendiamo andare con questa amministrazione, oppure si va in contro alle possibilità che possono verificarsi con l’avallo dei centri d’accoglienza. Siccome noi tutto dobbiamo fare, meno che favorire la speculazione e l’utilizzo di quelli che sono i bisogni per soddisfare altri tipi di mentalità, allora abbiamo iniziato le procedure possibili con l’adesione a questo sistema. Di concerto con le associazioni di volontariato e con le parrocchie, imposteremo un’azione volta a dare continuità a quel lavoro per cui tante persone si sono già spese».

Ammettendo quindi l’eventualità relativa a movimenti già effettuati da qualche privato, Perrotta ha portato alla luce una situazione che – se si fosse proseguiti lungo l’inerzia palesata da chi non ha mosso un dito in direzione dello Sprar – avrebbe rischiato di riempire la città con stranieri di ogni sorta, in un numero quantificabile in base alle strutture (si parla di due grossi immobili, di cui un ex albergo) già nella disponibilità di coloro intenzionati a gestire così il flusso migratorio.

I fatti avvenuti a Rosarno qualche tempo fa dimostrano quanto pericolosa sarebbe potuta essere una situazione del genere, ma a qualcuno forse non importava.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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