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Paola: La piazza ha rivissuto la morte innocente di Tonino Maiorano – video

«L’uccisione di Tonino Maiorano non fu un errore. Tonino è una vittima di mafia. Guai a parlare di errore. Si è detto che era nel posto sbagliato, nel momento sbagliato e nel giorno sbagliato. Tonino era nel posto giusto, era sul posto di lavoro. Nell’orario giusto, nel momento in cui doveva lavorare. Stava facendo quello che doveva fare. È la mafia che non doveva essere li in quel momento. È la mafia che non dev’essere qui».

A pronunciare queste parole è stato il vicesindaco di Paola, Tonino Cassano, che nel corso di un intervento interrotto spesso dagli applausi, ha offerto il suo contributo alla commemorazione delle vittime innocenti della mafia, organizzata insieme dall’amministrazione comunale e dall’associazione “Libera”.

Con alle spalle il gonfalone del comune, seduti dinnanzi ad un pubblico partecipe, il commerciante Paolo Romagno (in rappresentanza dell’Unipro), il giornalista Alessandro Pagliaro, la referente provinciale dell’associazione di Don Ciotti, l’avvocatessa Marta Perrotta, il vice e il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, hanno affrontato una tematica che istituzionalmente mancava dalla piazza da molto tempo.

Il primo cittadino, allo stesso posto che occupava tredici anni fa, ha ravvivato le sensazioni provate il giorno dell’omicidio, ripercorrendo gli istanti successivi alla diffusione della notizia e quelli immediatamente attigui, celebrati in un lutto cittadino partecipato da migliaia di persone.

«Tu sei sicuro che Tonino Maiorano non sia un mafioso? – ha confidato d’essersi sentito chiedere Roberto Perrotta, nel momento in cui ha deciso di celebrare i funerali in piazza – A questa domanda, ho risposto d’impulso che se dalle indagini fosse emerso che Tonino Maiorano, e quindi la famiglia Maiorano, era collusa con la mafia, allora mi sarei dimesso. Perché mai  sarei voluto essere il sindaco di questa città».

Parlando quindi della reazione dei cittadini, accorsi in massa alle esequie, Roberto Perrotta si è detto «orgoglioso di essere paolano. Perché dinnanzi alla tragicità dell’evento, anche di fronte al comportamento della famiglia, come al solito c’eravamo, ci siamo stretti nella tragedia e l’abbiamo fatta nostra».

A ricostruire la dinamica del delitto ci ha pensato l’avvocatessa Marta Perrotta, referente provinciale di “Libera”, che ha ricordato come è morto un uomo per bene, lavoratore encomiabile, marito amorevole e padre di famiglia.

«La cosca Ditto-Scofano-Martello aveva incaricato due criminali provenienti da Firmo, ed aveva dato loro un identikit. Avevano detto che Giuliano Serpa (obiettivo del raid e, all’epoca dei fatti, capoclan paolano. Oggi collaboratore di giustizia, ndr) lavorava in quel determinato punto ed era caratterizzato da una capigliatura folta e brizzolata. Purtroppo però, non era l’unico a rispondere a questa descrizione, perché anche Tonino Maiorano aveva determinate caratteristiche. Per cui, quando i due assassini sono arrivati sul piazzale, l’unica capigliatura che hanno visto in quel momento, era quella di Tonino. Gli si sono avvicinati sparandogli tre colpi. La vita di Tonino Maiorano è finita così».

Altre vittime innocenti di faide “nostrane” sono state ricordate: Salvatore Altimari, Francesco Bruno, Nicola Campolongo, Mario Cilento, Fazio Cirolla, Sergio Cosmai, Catello De Judicibus, Mario Dodaro, Lucio Ferrami, Luigi Gravina, Mario Lattuca, Giannino Losardo, Pompeo Brusco, Tonino Maiorano, Pompeo Panaro, Silvio Sesti, Roberta Lanzino, Alessandro Bozzo, cui va aggiunta una “richiesta di verità e giustizia” per Denis Bergamini e Giuseppe Passarelli.

Segue un contributo video con impressi alcuni momenti della manifestazione e le interviste al sindaco Roberto Perrotta e all’avvocatessa Marta Perrotta.

Buona Visione

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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