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È ancora sconosciuta l’identità della persona che, pochi minuti fa, ha rischiato di perdere la vita nello specchio d’acqua compreso tra il primo e il secondo dei bracci (meglio noti come “pennelli” e/o “T”) che costellano il litorale meridionale cittadino.
Sconosciute anche le cause per cui, improvvisamente, dal mare sono giunte invocazioni per un aiuto che – prontamente – è stato offerto dai tanti bagnanti domenicali presenti in spiaggia.
L’ipotesi più accreditata parla di un malore, anche se non sono da escludersi altre piste.
Fortunatamente tutto si è concluso per il meglio e, dopo tanta paura, la persona in questione (a quanto pare non residente a Paola) potrà tranquillamente raccontare, con la sua “viva voce”, la sua versione dei fatti a familiari e conoscenti.
Come spesso accade, la domenica “favorisce” questo tipo di accidenti, perché la quantità di turisti e villeggianti presenti aumenta considerevolmente le probabilità statistiche di situazioni del genere.
Se a questo s’aggiunge l’inosservanza delle basilari regole di comportamento a mare, molto diffusa tra persone poco pratiche e difficilmente avvezze al perseguimento di comportamenti al passo con le direttive impartite dalla biologia umana, il patatrac è servito.
Di vademecum per non andare in contro alle tragedie ce ne sono a iosa, così come pure di decaloghi che spiegano che tipo di atteggiamento tenere in spiaggia. Magari cominciare a seguirli, oltre a garantire la salvezza della vita, può servire ad evitare l’imbrattamento di un litorale che ogni lunedì mattina appare come devastato dal passaggio degli unni.
A buon intenditor poche parole.
