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Paola: È forse fine per Ncp locale? Cosmo De Matteis: «Rende ha chiuso»

Originatasi come un tornado, la girandola di reazioni causate dai recenti accadimenti che hanno visto coinvolti i Nuclei di Cure Primarie (Ncp) della provincia cosentina, ha iniziato ad investire anche la sfera etica legata all’offerta sanitaria del territorio.

«Ostinarsi a perseguire la via dell’illazione – ha dichiarato il vicepresidente nazionale del Sindacato dei Medici Italiani (Smi), Cosmo De Matteisè un atteggiamento che mal si concilia con la volontà di potenziare la rete medica, perché ignorando i risultati raggiunti dagli Ncp si devia l’attenzione su questioni di lana caprina. Bisognerebbe chiedersi, piuttosto, quali siano gli interessi celati dietro il tentativo di rallentarne la crescita, malgrado gli Ncp siano un esperimento che ha ormai messo radici. Perché dai poliambulatori di medici di base sono stati risolti una miriade di casi da “codice bianco”, quelli che generalmente gravano con maggior frequenza sulle strutture ospedaliere. Dagli Ncp sono partiti segnali incoraggianti sul fronte del bilancio complessivo, dove il segno positivo ha prevalso sul passivo precedente. Quali interessi privati, magari clinici, possano interferire con il riconoscimento di ciò che ha prodotto il Nucleo di Cure Primarie, nel verso di un cambiamento sostenibile e per di più già attuato in molte regioni, è un altro enigma. La perseveranza con cui, tanto a livello mediatico, quanto a livello politico, si tentino di coprire e scoprire presunti secondi fini, interessi categoriali, guerre tra camici bianchi e quant’altro possa nuocere al buon nome della medicina pubblica, è un comportamento anomalo che spero possa presto trovare spiegazione. Allo stato attuale – ha proseguito medico – la norma è dalla nostra parte, sia sul piano della rispetto delle regole, che denota la correttezza con cui è stata condotta la sperimentazione del servizio, sia sul fronte dei risultati raggiunti, che hanno confermato appieno le previsioni iniziali. Il target di popolazione cui i Nuclei hanno risposto, sono stati appagati in un numero che rappresenta il consenso dell’utenza, la soddisfazione di ogni paziente preso in cura. Questo anche grazie ad un personale eccellente, più paziente dei pazienti di cui si è occupato, ragazzi poco più che trentenni capaci di gestire una struttura aperta dodici ore al giorno. Infermieri ed amministrativi, che da mesi languono in una situazione di incertezza dove neanche lo stipendio è un diritto garantito. Intanto s’assiste alla chiusura di Rende, dove il Nucleo del posto è stato schiantato dalla mancanza di energia economica. Dove i pazienti più pazienti hanno finito la pazienza e forse anche la speranza. Che sia un segno della prossima caduta degli avamposti di Paola e Montalto, è altamente probabile. Dal gennaio 2016, i medici, i colleghi, non hanno percepito un centesimo, malgrado abbiano fatto funzionare tutto a dovere. Questo passo non si può tenere, saremo costretti a sospendere ogni attività. Salvo un’immediata presa di responsabilità da parte della direzione generale».

Che si tratterà di un’estinzione determinata da un asteroide istituzionalmente composto da Asp e Regione (commissariata), è ulteriormente plausibile.

Una bagarre politica che, almeno sul fronte locale, registra prese di posizione perentorie, come quella espressa – nell’ultimo consiglio comunale “aperto” – da Roberto Perrotta.

Il sindaco di Paola ha pubblicamente elogiato l’operato del Nucleo cittadino, esternando implicitamente ogni sorta di solidarietà.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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