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Malgrado l’incedere del tempo abbia intaccato notevolmente la densità demografica del paese di Falconara Albanese, ci sono situazioni per le quali la popolazione superstite intende impegnarsi per evitare il definitivo declino.
Una di queste riguarda la presenza della scuola, recentemente messa a repentaglio da una decisione amministrativa che, per quanto giustificata da un’emergenza di tipo strutturale, non sarebbe stata assunta nel pieno rispetto della concertazione con l’esecutivo.
Considerando Falconara una realtà ad estremo rischio di spopolamento, anche per via della selettiva perdita di vie di collegamento con altre realtà (su tutte la chiusura della via diretta per San Lucido), con lo spostamento di un intero plesso scolastico in quel di Torremezzo è aumentato il timore dei residenti, il cui orizzonte sarebbe ormai infestato dallo spettro della desolazione.
Cresciuta per importanza strategica e peso elettorale, la frazione edificata in riva al mare avrebbe iniziato a recriminare maggiore considerazione da parte del comune.
Dal canto suo, il sindaco Ercole Conti, forse costretto da contingenze improrogabili, pare avere accontentato le istanze di quei genitori che, abitando alla marina, avrebbero minacciato di spostare i propri figli a S. Lucido o a Fiumefreddo piuttosto che farli presenziare alle lezioni nella scuola del paese di lingua arbëreshe.
Se a questo si sommano l’aumento della tassa sull’immondizia, le diverse interruzioni del sevizio bus “Falconara-Torremezzo” senza preavviso, l’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione, la quasi inesistente organizzazione estiva, si può ben dire che la situazione politica rischia di farsi incandescente.
