zio e nipote

Paola – In aula emergono più oscenità dello zio accusato di abusi su nipote

Nell’aula “Beccaria” del Tribunale di Paola, ieri mattina, è partito – ed è stato subito rinviato al prossimo 22 novembre (per “legittimo impedimento” del legale difensore dell’imputato) – il procedimento che servirà a fare luce su una vicenda che vede coinvolta, nel ruolo di vittima, una ragazza che all’epoca dei fatti contestati era ancora una bambina.

Alla sbarra, nel ruolo degli imputati, una madre ed uno zio (fratello della donna) che, secondo l’accusa, si sarebbero macchiati di un reato tanto odioso quanto inimmaginabile, perché in concorso tra loro avrebbero abusato dell’innocenza di un’infante che difficilmente avrà modo di superare i traumi che le sono stati inferti.

La vicenda, consumatasi tra le mura domestiche di una casa ad Aiello Calabro, racconta uno spaccato di miseria e degrado, dove alla povertà economica si aggiunge quella dello spirito, corrotto al punto da aver trasformato in aguzzini spietati coloro che “per natura” sarebbero deputati alla difesa e alla cura della propria prole.

È la storia di una famiglia i cui destini appaiono intrecciati in una trama di squallore che getta ombre su tutto il circondario, perché dal nucleo di provenienza della madre della bambina al centro del dibattito, si delineano i tratti di una tragedia in cui è spuntata finanche la morte, in circostanze che ora appaiono misteriose, di un altro zio.

Basandosi su questo fatto, secondo i rilievi degli inquirenti, l’uomo che avrebbe violentato la minorenne (fratello di sua madre), si sarebbe fatto minaccioso contro la nipote, terrorizzandola – contestualmente all’esibizione di una pistola – con la storia di quello zio morto in una cava, usata come esempio per esprimere ciò che le sarebbe potuto accadere se solo avesse raccontato a qualcuno i “trattamenti” cui era sottoposta.

Palpeggiamenti, ingiurie e mortificazioni, questa era l’ordinaria quotidianità di una bimba che – sin dall’età di dieci anni – sarebbe stata addirittura esposta alla visione di rapporti sessuali tra sua madre (separata dal marito) e suo zio (fratello della madre), legati da un destino incestuoso che poi sarebbe toccato anche a lei.

Perché il presunto orco, forte della leva economica costituita nei confronti della congiunta, avrebbe consumato regolarmente coiti di natura varia con la madre di sua nipote, mostrando un’aberrante indole sessuale alla piccola che – successivamente – sarebbe stata per anni l’oggetto del suo ludibrio.

Pacche, invadenze e violazioni che, dal corpo adulto di una sorella consenziente, sarebbero poi state trasferite sulla pelle innocente di una bambina, nell’attesa che il tempo la rendesse “idonea” a carpirne la verginità.

Ma gli appetiti sessuali dell’uomo si sarebbero scatenati in una di quelle giornate in cui la madre della ragazzina – accusata di favoreggiamento – l’avrebbe lasciata appositamente da sola in casa, con lo zio che – in preda alle sue pulsioni – l’avrebbe sovrastata fisicamente, riuscendo nel suo squallido intento.

Queste le parole con cui l’accusa – istruita dal Pubblico Ministero, Valeria Teresa Grieco – ha cristallizzato le presunte responsabilità dell’imputato: «Approfittando della sua qualità di zio materno della vittima, dello stato di disagio familiare determinato dalla separazione di coniugi della stessa, dell’inferiorità fisica e psichica della medesima, da quando questa aveva appena 10 anni e fino all’età di 16 anni. Con continua e con progressiva maggiore gravità. Con violenza e minaccia, costringeva la ragazzina a subire violenza carnale, a compiere, subire ed assistere, ad atti sessuali».

Una spirale di oscenità che, nel racconto proposto, giungono a dettagli scabrosi e squalificanti al punto da indurre considerazioni riguardo la natura stessa dei coinvolti, difficilmente contestualizzabili in un agire che possa essere definito “di questo mondo”.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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