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Paola – La “relazione Sarpa” fissa un recente passato ai limiti del dissesto

Il consiglio comunale dello scorso 19 gennaio è servito a chiarire, con carte alla mano e interventi competenti, la situazione economico-finanziaria in cui versa il municipio.

Avendolo imbastito come una discussione, si è reso necessario coinvolgere anche gli attuali revisori dei conti e il responsabile del settore primariamente investito delle responsabilità istituzionali in merito.

Il dottor Quintino Sarpa – cui il sindaco Roberto Perrotta ha chiesto il sacrificio di occuparsi delle finanze del comune per accompagnare un assessore del calibro di Tonino Cassano (finanziere “prestato” all’amministrazione) – ha arricchito l’intervento del vicesindaco, sciorinando dati e incasellando numeri in ambiti nevralgici e a tratti “sconosciuti” alla cittadinanza.

Dando seguito agli allarmanti inviti del collegio dei revisori, che il 13 ottobre del 2017 hanno testualmente paventato una situazione debitoria da quantificare «onde evitare la possibilità di andare incontro ad un ulteriore dissesto», il funzionario comunale ha provveduto ad effettuare una ricognizione puntuale di ogni dato, riscontrando situazioni che l’aula – anche nelle frange dell’opposizione – non ha potuto far altro che apprendere, senza contestare nulla.

Iniziando dalla quota spettante sul “fondo di solidarietà”, che il Ministero degli Interni ha concesso al comune di Paola a seguito dell’approvazione del consuntivo di Agosto, il dottore Sarpa ha predisposto un elenco dettagliato delle uscite da iniziare ad onorare con 1.439.356,23 euro di liquidità.

Al netto di intense giornate di lavoro e ricerca, la tabella scaturita ha palesato una realtà per la quale il comune è risultato esposto a “spese” per un totale di 7.420.015,64 euro, cifra composta da voci afferenti a settori quali: “Personale-Spettacoli” ( 156.437,90 euro), “Affari generali” (184.804,67 euro), “Contenzioso” (avvocati e cause relative all’amministrazione Ferrari per 218.835,27 euro), “Contabilità” ( 154.813,65 euro), il settore “Tecnico-manutentivo” (6.436.267,43 euro), “Polizia municipale – serv. Demografici” (93.985,76 euro), ed infine il settore “Fitti passivi” stabilizzato a 174.870,96 euro.

Tutte voci “in uscita” difficilmente reperibili, tant’è che lo stesso Sarpa ha ribadito la complessità del dato, «complicato – ha avuto modo di dire – ma sotto certi aspetti drammatico perché si tratta di determinazioni dell’anno 2013, 2014, 2015, 2016, fino al 15 settembre 2017».

Questo dato dimostra che in barba a qualsiasi norma non è stata messa in cantiere nessuna delle procedure previste per gli Enti post-dissesto, anzi sono stati determinati squilibri tali da certificare debiti fuori bilancio, dal 2012 al 2016, per un importo di euro 2.099.056,89 (cifra non definitiva perché costantemente riaggiornata da nuovi rilevamenti).

A questo bisogna aggiungere il dato relativo al ruolo per il servizio idrico integrato, le cui tariffe erano state già oggetto di un’accurata indagine dell’Autorità competente che aveva imposto ribassi per il 2017, azione che la precedente amministrazione non ha assolutamente considerato per la rimodulazione dei ruoli da mandare alla cittadinanza, soggetta alla riproposizione in blocco dei parametri 2016.

Come se ciò non bastasse, la società che si occupa del ciclo dei rifiuti (Ecologia Oggi) – contrariamente a quanto accaduto per la ditta che si occupava del servizio idrico integrato (l’interdetta per antimafia Lao Pools) – ha ancora conti da farsi saldare.

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