roberto perrotta

Paola – ex sindaco Ferrari seguita coi ricorsi, ma per le vie legali lo seguono solo in 2

Giunto in Comune per opportuna conoscenza delle parti coinvolte, l’incartamento relativo alla “continuazione” della querelle giudiziaria avviata dall’ex sindaco Basilio Ferrari contro l’elezione di Roberto Perrotta, non ha mancato di riservare qualche sorpresa.

Stante ciò che è stato recapitato agli uffici, il “settebello” di ricorrenti si è ridotto ad un “triello” di duellanti, composto dall’attuale consigliere minoritario Basilio Ferrari, dall’ex delegato alle finanze del comune, Stefano (Giovanni) Mannarino e dall’ex esponente consiliare di “Grande Paola” (ma anche dei “Moderati per Paola” e di altre cangianti compagini afferenti sempre al centrodestra), Francesco Serpa.

Quindi, “via legale” facendo, quattro elementi hanno preferito cambiare strada e strategia, per organizzare un’alternativa “politica” all’attuale amministrazione di centrosinistra che non si basi, soltanto, sul passaggio della palla ai giudici, visto che comunque il pronunciamento popolare è stato netto e incontestabile (almeno secondo quanto disposto dal Tribunale di Paola nel primo grado di questa vicenda).

Probabilmente consapevoli di quanto stabilito dalla corte cittadina, l’ex vicesindaco Francesco Sbano, gli ex assessori Paolo Siciliano e Dario Gaetano, nonché il referente regionale del Pri, Sergio Stancato, hanno optato per il sotterramento dell’ascia di guerra, concentrando i loro sforzi nella ricostruzione del locale centrodestra che – invischiato nelle decisioni dei suoi ex rappresentanti amministrativi – s’è balcanizzato al punto da apparire privo di un riferimento identitario e di uno scopo comune.

Quella di Basilio Ferrari contro Roberto Perrotta rischia pertanto di diventare una “faccenda personale”, malgrado la vicinanza del coordinatore paolano di Forza Italia, partito che – com’è noto – allo stato attuale è più che altro un cantiere in allestimento, privo di quei riscontri che in passato rappresentavano una delle fette più consistenti dell’elettorato cittadino.

Tralasciando l’aspetto relativo ai “tempi tecnici” con cui si confronteranno tutti i protagonisti di questa situazione (diminuiti anche sul fronte delle persone “contestate”, divenute soltanto tre: il sindaco Roberto Perrotta e i consiglieri José Grupillo e Francesco Sorace), si evince un sostanziale stato di contrazione della “potenza di fuoco” del leader che un tempo guidò la coalizione “Insieme Guardiamo al Futuro”, perché è chiaro che appresso a Basilio Ferrari non c’è più l’esercito di cui poteva disporre in precedenza.

Ognuna delle “defezioni” dal gruppetto di ricorrenti suona come una bocciatura pesante, perché con Siciliano e Stancato viene meno l’apporto di un partito che, malgrado l’assenza in Consiglio Comunale, rappresenta un attrattore notevole per i votanti cittadini, discorso valido anche per Francesco Sbano, rimasto a galla grazie all’impegno proficuo di sua madre (la consigliere comunale Maria Pia Serranò) e di suo padre (Lucio Sbano, ex membro dell’assemblea nazionale NCD, oggigiorno polarizzato col partito di Salvini), mentre per ciò che riguarda Dario Gaetano bisogna considerarne la vicinanza a Tonino Gentile, in netta ascesa nel consenso regionale prossimo alle elezioni.

Se a questo si aggiungono la marcia indietro di uno degli avvocati più prestigiosi a supporto dei ricorrenti (Rolli), scomparso dall’elenco dei legali presentato insieme agli incartamenti giunti in comune, e il depennamento al fotofinish del nome di Sergio Stancato, allora assume consistenza l’ipotesi secondo cui la perseveranza ferrariana rappresenterebbe solo l’ultima chance per restare sulla cresta dell’onda.

Una strategia che gli avvocati delle parti chiamate in causa, vale a dire Massimo Florita e Francesco Grossi, potrebbero ora contrastare chiedendo approfondimenti in merito a quelle “carte false” (clicca) nominate nel corso della conferenza stampa post-vittoria giudiziaria.

Chi vivrà vedrà.

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