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Paola – “DiVino” il viatico, ma per Sganga occorre stabilizzare il percorso

di Bruno Sganga

Lo abbiamo detto e scritto più volte, che la nostra professionalità dopo 50 anni (nel 2019) e solo di lavoro d’enogastronomo e giornalista del settore, ovunque in Italia e non solo, ma dallo scorso anno residente su questa splendida costa medio-tirrenica, è sempre stata al di sopra d’ogni parte politica.

Nel senso che la Terra prima, e dunque l’agroalimentare, e la tavola dopo, vale a dire l’enogastronomia, sono certo argomenti su cui dialogare ed avere orientamenti talvolta diversi, ma  comunque sono un patrimonio di tutti che non può essere che condiviso in ogni sfumatura.

Questo è il motivo per cui ho collaborato nello scorso anno per i Sapori del Santo con il 600° anniversario di San Francesco di Paola (naturalmente in primis con l’Alberghiero di Paola e l’Amica Elena Cupello con l’efficienza e passione come per altro nel DNA di tutte le persone a lei vicino) ed in particolare con Maria Pia Serranò.

Al pari di come ne ho avviato altre e di nuove cooperazioni al di là delle tinte politiche a Paola, sia con la Pro Loco e l’eroica conduzione di Riccardo Ferrari e pochissimi altri, che col Comune rispetto alle De.Co. ed altre iniziative collegate.

Condividendo idee e parole insieme a quel “rosso fuoco” di Lucio Cortese ed il “balilla cresciuto” di Santo Sarpa (non dubito dei loro sorrisi..) ed altri pochi.

Anche perché spesso, nei centri minori, contano più le singole umanità degli schieramenti, pur se non manca il vizio, un po’ ovunque, dal cappello politico in ogni iniziativa.

Le immagini che corredano questo servizio, che Francesco Frangella sempre con grande libertà mi ospita, si riferiscono al “Percorso di Vino” della serata del 4 settembre in collaborazione con l’ottimo (davvero!!) Comitato di Quartiere Rocchetta, ma partendo dalla centralissimo c.so Garibaldi, e con la Fondazione Italiana Sommelier presieduta da quel Gennaro Convertini con cui condivido amicizia e battaglie intorno al vino e non solo, da oltre 30 anni. E che oggi, non a caso, presiede e guida con decisione l’Enoteca Regionale Calabria-Casa dei Vini calabresi e recente vincitore per il settore Economia del premio “Perla del Tirreno” conferito da Pro Loco e Comune di San Lucido.

Chiariamo subito, è stato un gradevolissimo evento, molto istruttivo per tanti che ancora considerano il vino solo se venduto sfuso ed a litro senza tanti distinguo…, e con tanto di cappello per gli sforzi degli appassionati de la Rocchetta individuabili non solo dai grembiuli ma dai sorrisi e disponibilità costante.

Ma al di là delle dichiarazioni dei numeri sul pubblico presente poiché è noto (da New York passando per Roma e sino al più piccolo centro) come le visioni degli organizzatori sono sovente diverse da chi osserva con diversa serenità, quel che ci sfugge e stimola verso il futuro è la progettualità!

Cosa diversa da una serie d’eventi estivi che molte località calabresi hanno avviato avendo anche giornate di grande folla con buoni risultati commerciali, ma al pari del silenzio o quasi del giorno dopo..!!

Diversamente come si motiverebbero i dati incontrovertibili di calo d’affluenza turistica in Calabria (salvo poche e solite località) che vanno dalle dichiarazioni dei lidi ai ristoratori e commercianti sino a quelle delle lavanderie il cui lavoro è fortemente diminuito e che sono un po’ come la cartina di tornasole di tutto.

Per capirci, e nulla togliendo all’encomiabile sforzo di stand di bravissime donne ed uomini che s’arrovellano in fritture, scolatura di pasta ed impasti continui, non è il cumulo di sagre e serate, spesso illeggibili nei manifesti-programmi estivi che conta! Ma è il progetto nella sua interezza che vale e fornisce risultati stabili e proiettati nel futuro, insieme alla sua formazione ed informazione preventiva e che deve iniziare l’anno prima come termina il periodo vacanziero abituale. E soprattutto coinvolgendo tutto il comparto (non solo dell’ospitalità alberghiera, b&B, ecc.) ma compreso quello di ristoratori, pizzerie, pub e così via, che non possono solo “soffrire” gli esiti di talune sagre, ma diventare complici e protagonisti di iniziative come questo ove il vino è presentato in bottiglie che raccontano variamente del suo nettare, e quindi con altro potere di riconoscimento e valore.

Già tanto e positiva la vendita dei calici onde evitare quell’infamia di bicchieri di plastica dannosi per tanti aspetti che dominano in sagre e non solo.

Ma parimenti consiglio d’evitare appigli su poca disponibilità di operatori quando l’informazione e coinvolgimento avviene in modi e tempi non consoni e senza avvalersi di esperti veri che sanno e conoscono, pur con una disponibilità immensa ed irrisori costi.

Quegli stessi esborsi ed incarichi che invece, (ribadiamo: nella maggior parte dei Comuni calabresi, ma non solo) sovente premiano l’elettorato senza mai mutare meccanismi perniciosi per uscire finalmente da antichi guadi e gusti locali.

Personalmente non dubito di tante singole individualità appassionate ed impegnate con sforzi concreti nella quotidianità politico-amministrativa d’un Comune, ma bisogna tirare fuori quell’energia ed entusiasmo che consente di fare salti di qualità palpabili ed incoraggianti per chi decide di restare in queste terre, verso i giovani soprattutto, non quelli protetti da estrazioni familiari ereditarie, ma per valore personale e continuativo.

Personalmente ci sono e ci sarò sempre visto che la residenza vicina non è stata una scelta fortuita o calcolata!!

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