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Fuscaldo: “Falso ideologico” a tutela d’ambiente. Parla il sindaco Ramundo

Malgrado lo stato di reclusione penitenziaria in cui sta versando, il sindaco di Fuscaldo – Gianfranco Ramundo – è riuscito ad affidare ai suoi familiari un messaggio da diffondere.

Giunto ormai al sesto giorno di sciopero della fame, il primo cittadino arrestato nell’ambito dell’operazione “Merlino” ha voluto affermare la propria innocenza, specificando le motivazioni per le quali la sua posizione è stata inserita all’interno dell’ordinanza di 160 pagine in cui gli inquirenti – coinvolgendo altre 13 persone – hanno incastonato accuse vertenti corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere peculato, falso ideologico e turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione.

Questo il testo diffuso a mezzo stampa.

«Sono giunto al sesto giorno di sciopero della fame. Questo è l’unico modo per urlare la mia innocenza. Un atto ingiusto, un’accusa tutta da provare, che ha portato ad una misura cautelare in carcere, che sta privando della libertà una persona innocente. Quella che sto subendo in questi giorni é una brutale ingiustizia ed é per questo motivo, che ho inteso iniziare, da venerdì, lo sciopero della fame. Perché è intollerabile ciò che mi sta accadendo, ancor di più per un clamore mediatico inaudito, atteso che il sottoscritto non è accusato né di corruzione e né di peculato, ma bensì di falso ideologico a causa di ordinanze contingibili ed urgenti firmate per consentire la gestione del depuratore ed il suo regolare funzionamento, in attesa dell’espletamento di un bando europeo, che, per vicissitudini burocratiche, che ho avuto già modo di illustrare e spiegare in sede di interrogatorio, non poteva essere redatto nei tempi sperati. Ovviamente, non potevo consentire, da sindaco, il non funzionamento del depuratore, anche perché, in quel caso, avrei causato un enorme danno ambientale, che, quello sì, mi sarebbe pesato sulla coscienza. Quindi, né regalie, né ruberie e né altro, come si sta già constatando, d’altronde. Ho sempre servito il mio paese e sono stato il primo a compiere sacrifici nel momento del bisogno e nel momento in cui abbiamo dovuto affrontare il dissesto finanziario. Ho rinunciato alle indennità, ai rimborsi, ho spesso pagato di tasca mia pur di far risparmiare il Comune. Sotto l’aspetto economico ci ho perso, altroché. Ed è tutto alla luce del sole. Perciò, l’ingiustizia che sto subendo non può essere tollerata ed è per questo che l’unico modo per protestare e per far sentire la mia voce è quello dello sciopero della fame. Non ho altri mezzi, in attesa del trionfo della verità, che tutti, a questo punto, meritano».

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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