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Paola – Hi-tech e Archeologia: Unical al “top” (parola al prof. Fabio Bruno)

«Fabio Bruno è un’eccellenza di questo territorio, uno dei pochissimi che in questo territorio è riuscito a rimanerci potendo coltivare il suo talento» con queste parole Franco Melchionda, presidente dell’Auser paolana, ha introdotto l’incontro, avvenuto nel pomeriggio di ieri presso i locali dell’associazione, con il Prof. Fabio Bruno, professore associato presso il dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale dell’Università della Calabria. Il docente paolano, nel corso di una piacevole presentazione, ha illustrato le attività che da anni svolge sotto l’egida dell’Unical: opere di ingegneria evoluta, impiegate soprattutto nell’ambito dei beni culturali.

Ad aprire la presentazione, perfettamente inserito all’interno della giornata internazionale per la disabilità, il delicato tema dell’accessibilità  della cultura. Bruno, illustrando il progetto Aives che studia lo sviluppo di una metodologia di fruizione dell’arte visiva per ciechi e ipovedenti, ha chiarito le disposizioni legislative relative all’autonomia di fruizione della cultura per tutti citando la legge italiana numero 18 del 2009 e in particolare l’articolo 30: È necessario trasformare la realtà così che diventi inclusiva, accessibile a tutti, in ogni ambito del vivere collettivo: nella vita culturale e  ricreativa, negli svaghi e nello sport.

Andando oltre il problema delle barriere fisiche per le quali se ne presume l’assenza in base alle direttive nazionali ed internazionali in materia di accessibilità quindi, i ricercatori hanno finalizzato il loro lavoro al superamento dei limiti delle barriere percettive e cognitive che le persone con disabilità possono incontrare nella fruizione dei beni, realizzando ad esempio, con l’ausilio di tecnologie di ultima generazione, copie tattili fedeli di tele d’autore.

L’archeologia subacquea è l’altro ambito nel quale Fabio Bruno opera e lo fa in maniera magistrale, offrendo agli addetti ai lavori un servizio di rilievo e restituzione in realtà aumentata e non, di manufatti come di interi contesti archeologici sommersi. Un servizio sempre più prezioso all’interno di un approccio in costante evoluzione della ricerca archeologica, come anche degli interventi di restauro, conservazione e musealizzazione.  Un esempio su tutti è rappresentato dal progetto Bluemed, finanziato dalla comunità europea nell’ambito di un programma di cooperazione internazionale. Un progetto al quale partecipano 11 partner internazionali e che «mira a supportare lo sviluppo di un turismo sostenibile e responsabile nelle aree costiere ed insulari del Mediterraneo, attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo». Un progetto all’interno del quale, grazie anche alle intuizioni di Fabio Bruno e del suo entourage, rientra pure la Regione Calabria con il sito crotonese di Capo Colonna, il cui Museo Archeologico Nazionale sarà arricchito con un innovativo spazio espositivo, dotato di dispositivi funzionali a vivere esperienze “sensoriali” come, ad esempio, quella delle immersioni subacquee in ambienti che riproducono fedelmente i siti sommersi.

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