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Paola – Volano gli stracci: alleati di minoranza contro Perrotta & Stefano

Un attacco “personale”, come non se ne vedevano dai tempi della campagna elettorale, è stato perpetrato dagli esponenti di Progetto Democratico e Rete dei Beni Comuni contro gli attivisti più rappresentativi del movimento politico extraconsiliare “Cambia Paola”.

In risposta alla ricostruzione proposta ieri anche su questa Testata, le forze in cui militano Anna Anselmucci e Giuliana Cassano sono intervenute a difesa della loro collocazione, tentando di smentire la versione fornita dagli ormai ex alleati (nella coalizione a supporto di Vincenzo Limardi) ai quali è stato riservato un colpo diretto, volto più che altro a screditarne la credibilità individuale senza però contraddirne appieno l’efficacia argomentativa.

Rivolgendosi direttamente agli avvocati Marta Perrotta ed Edoardo Stefano (spina dorsale di un movimento che già nel 2012 sfiorò l’ingresso in consiglio con l’allora candidato a sindaco Alessandro Pagliaro), i rappresentanti delle sigle nate sulle ceneri dei “lambertiani” e dei “ganeriani”, si sono prodotti in un guizzo aggressivo degno delle più accese dispute comiziali, quando capita spesso d’assistere ad attacchi rivolti più alle persone che ai loro discorsi e proposte.

«Saremmo rimasti in silenzio e avremmo evitato ben volentieri di cadere nella trappola delle polemiche alimentate da gruppi autorappresentati quale è Cambia Paola – hanno premesso Progetto Democratico ed Rbc – composto nella sostanza di due sole persone: Marta Perrotta e Edoardo Stefano». Quindi, rivolgendo una stilettata indiretta anche all’amministrazione Perrotta, inserita “d’ufficio” nel «sistema marcio» che le due sigle si sono proposte di “cambiare” interpretando il ruolo di «sentinelle della verità», l’attacco vero e proprio alla coppia che anima la più coriacea sinistra extraconsiliare.

«Ancor prima della campagna elettorale Cambia Paola ha condizionato le alleanze – scrivono i falbiani e Giuliana Cassano – mettendo veti su tutto ciò che non prevedeva un coinvolgimento diretto di Marta Perrotta, durante la campagna elettorale (quando però Andrea Signorelli, figlio della Cassano e “trait d’union” per conto di Rbc, sedette a vari tavoli – compreso quello di José Grupillo – proponendosi come interlocutore anche per conto di Cambia Paola quando questa forza non lo aveva autorizzato a parlare in sua vece, ndr) sono riusciti a mettersi contro circoli sportivi e associazioni, rivendicando sempre spazio e non riuscendo neanche a completare la propria lista; tra primo turno e ballottaggio, nonostante l’intenzione di non dare indicazioni di voto al proprio elettorato, attraverso facebook al quanto subliminali hanno tentato di influenzare la scelta degli elettori».

Tutto ciò malgrado, al secondo turno, l’elettorato dell’ex sindaco Basilio Ferrari sia cresciuto “esponenzialmente”, dal 28,80% del primo turno al 47,36% del ballottaggio, con quasi venti punti percentuali “recuperati” a fronte di un’affluenza del 60,93% che – se la matematica non è un’opinione – potrebbe aver incamerato i voti di quelle compagini giunte comunque alle spalle della coppia di contendenti rimasti in campo (Progetto Democratico s’attestò il 17,75%, mentre Rbc si fermò al 4,97%).

Secondo il ragionamento della Cassano e di Progetto Democratico però, le accuse di Cambia Paola in merito alla gestione dei voti sul candidato di centrodestra, sarebbero false.

«Il nostro è stato un elettorato libero – prosegue la nota diffusa a mezzo stampa da falbiani ed ex  limardiani – che non poteva in alcun modo essere condizionato ed era giusto dimostrare rispetto». Quindi l’affondo contro gli ex alleati, stigmatizzati per la diffusione di ricostruzioni “fantasiose e inverosimili”. «Hanno attaccato prima Enzo Limardi e poi Giuliana Cassano – si legge nella nota – persone dedite al bene comune e che si sono messe al servizio della città. Entrambi provengono dal mondo del volontariato; non hanno mai avuto tessere di partito e, in particolare Giuliana Cassano, prima del 16 febbraio, giorno del suo ingresso in consiglio, non aveva mai preso parte a riunioni politiche, fatta eccezione dei comizi di piazza durante la campagna elettorale».

Indipendentemente dall’ammissione di totale acerbità da parte di una personalità che comunque s’è candidata a rappresentare “politicamente” la sua città, il discorso di Progetto Democratico ed Rbc prosegue, svelando un particolare secondo cui «Basilio Ferrari ha conosciuto per la prima volta Giuliana Cassano in Consiglio Comunale», seggio che Rbc ha ottenuto grazie al quorum raggiunto in coalizione con Cambia Paola e che, però, all’atto di difenderlo nella contesa giudiziaria avviata da un’esclusa “eccellente” (Emira Ciodaro del Pri), non ha partecipato attivamente alla querelle su cui poi s’è espresso il Tar.

«Attaccano noi per ingraziarsi ulteriormente l’amministrazione Perrotta – è l’atto d’accusa dei consiglieri alleati della minoranza – sebbene in campagna elettorale siano stati di tutt’altro avviso. Spesso ci siamo trovati a doverli assecondare per evitare crisi politiche all’interno del gruppo, sottraendo tempo ed energie a progetti e idee. Ad un certo punto, quando la misura era ormai colma, li abbiamo messi di fronte ad una scelta: sottostare a regole comuni di convivenza oppure auto-allontanarsi. La decisione finale la conosciamo tutti, così come i maldestri tentativi di screditare il nostro gruppo per attrarre più elettorato possibile».

A questo punto la stilettata diretta all’avvocatessa Marta Perrotta, additata d’essere distratta in merito a quanto emerso in consiglio comunale, dove – se avesse seguito l’intervento di Progetto Democratico ed Rbc –  «si sarebbe accorta che non andava contro il Pd ma che rivendicava una posizione che Rbc e Pd avevano espresso a marzo. Infatti, Giuliana Cassano, in sede di Consiglio comunale aveva proposto alla giunta Perrotta, in maniera propositiva e costruttiva, di vagliare la possibilità di conguagliare la quota di bolletta dell’acqua pagata in più dai cittadini così come per gli oneri concessori di urbanizzazione pagati in eccesso. A tale richiesta ci è stato risposto che non era possibile e che non era vero che l’autorità garante aveva imposto al Comune il conguaglio dell’acconto forfettario dietro minaccia di provvedimenti sanzionatori».

Arrogandosi il successo per la presunta «inversione di marcia» dell’attuale maggioranza di governo cittadino, i consiglieri della minoranza alleata, hanno ricostruito parte della vicenda. «Era l’8 agosto 2014 – spiegano – quando l’allora portavoce della Rbc, a seguito delle prime bollette recapitate agli utenti, denunciava gli effetti negativi delle nuove tariffe del servizio idrico per i contribuenti. Un aumento di oltre il 140% che andava ben oltre quanto previsto dal Tuel per i comuni in dissesto finanziario. Il rappresentante della Rete sottoponeva poi la questione all’attenzione della Federconsumatori di Cosenza». Pertanto un altro affondo contro tutta la politica locale: «Dov’erano Marta Perrotta e le altre forze di opposizione consiliare durante il consiglio del 30 novembre 2013? Perché in Consiglio comunale non si è fatto nulla per bloccare tutto ciò? La politica che oggi corre ai ripari e che un tempo sedeva tra i banchi della minoranza e che addirittura occupava la presidenza della Commissione controllo cosa ha fatto per tutelare i cittadini? Quasi nulla. Petizione e richieste di referendum cittadino, invece, sono sati atti successivi e complementari a quanto denunciato in precedenza e a cui l’allora governo della città non ha voluto dare seguito. Tutto ciò poi è avvenuto molti mesi prima della nascita del Comitato di Salute Pubblica, che ha segnato il culmine dell’insofferenza e del malessere cittadino».

Una ricostruzione interessante, che comunque evidenzia l’indolenza dell’allora amministrazione guidata da Ferrari, refrattaria a qualsiasi proposta interna (figurarsi quelle provenienti dal di fuori del consiglio comunale). Ma i falbiani e gli ex limardiani hanno voluto ugualmente sottolineare «il positivo lavoro svolto fino a oggi dai consiglieri comunali Falbo, Anselmucci e Cassano, che sottraggono tempo alle proprie famiglie e al proprio lavoro per partecipare preparati ai vari consiglio comunali e ai lavori delle commissioni, studiando ogni volta centinaia di carte. Lo stesso dicasi per i tanti cittadini che hanno deciso di affiancare i consiglieri comunali in questa loro missione. Offenderli significa gettare fango su quelle migliaia di elettori (1.821 + 494, ndr) che hanno riposto in loro fiducia e che credono in una Paola diversa da quella voluta da Marta Perrotta e da quanti propagandano il Bene Comune solo come slogan (non sia mai detto che lo inseriscano nel nome di un movimento politico, ndr). Una Paola giusta, più inclusiva, dove programmazione e affermazione delle regole rappresentano i pilastri su cui costruire un nuovo modello sociale. Distante dalla politica del voto clientelare o degli incarichi professionali elargiti e ottenuti quasi come una ricompensa per la propria fedeltà, una politica che non si basa su un sistema fiscale opprimente e ingiusto. Per questo non accettiamo lezioni di coerenza da parte di chi ne è sprovvisto».

Quindi il botto finale, tanto contro i rappresentanti della sinistra extraconsiliare, quanto contro l’amministrazione comunale in carica: «Da oltre un anno e mezzo Cambia Paola è in silenzio. Nessuna dichiarazione sul fatto che questa amministrazione continua ad affidare con incarichi diretti la gestione del servizio idrico alla Ecotec, senza un bando, senza una gara d’appalto, nessuna parola sul problema delle case popolari, sui debiti dell’Ente, sull’affidamento a privati dei beni di proprietà comunale. Per non parlare del silenzio sul Psc e su altre questione ancora. Facile nascondersi dietro una sigla. Non cadremo nelle provocazioni, né in futuro forniremo alibi a queste persone per ottenere visibilità dalla polemica. I problemi di Paola sono troppo gravi per farci distrarre da simili illazioni».

Infine, quasi come un monito espresso contro chiunque tenterà in futuro di valutare le azioni politiche del gruppo di alleati, la chiusura ad ogni eventuale prosieguo dialettico: «D’ora in avanti ignoreremo tutti coloro i quali non hanno a cuore il futuro e lo sviluppo della città».

Una “pietra tombale” che, tuttavia, potrebbe non bastare a scoraggiare quanti sono stati tirati in ballo dal proseguire in questa “resa dei conti” che covava sotto la cenere da quasi due anni.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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