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Paola – Cosmo De Matteis: «Vi auguro di non necessitare di cure mediche»

Sanità anno zero.

Ormai è evidente a tutti il degrado del nostro servizio sanitario a livello nazionale, ma la situazione calabrese ed ancor di più quella della nostra zona è allucinante.

La situazione dei nostri ospedali è enormemente peggiorata in questi anni, sono stati ridimensionati o chiusi molti reparti, enorme carenza di posti letto, come medico ,mi trovo spesso con pazienti anche in gravi condizioni, che vengono sballottati da un pronto soccorso ad un altro.

Non esiste alcun coordinamento, in alcune patologie la velocità nel soccorso può salvare una vita, nella nostra zona tutte le emergenze cardiovascolari e cerebrali vanno demandate ad altri centri, spesso sovraffollati e che non spiccano come delle eccellenze.

Pochi minuti possono essere fatali, figuriamoci il soccorso a domicilio il successivo trasporto nei nostri ospedaletti e la spasmodica ricerca del centro specialistico più vicino.

Chiunque, e sono tanti, abbia vissuto questa drammatica situazione, se ne esce vivo rimane sconvolto.

Disorganizzazione, carenza di mezzi, di strumenti, di personale medico ed infermieristico.

Ma molto spesso, ultimamente, viene lamentata la mancanza di umanità.

Questa lamentela, la sento sempre più frequente: indifferenza, mancanza di sensibilità, spesso si ha la sensazione che troppi abbiano un solo interesse il guadagno, anche tra i giovani la professione viene vista solo per raggiungere una buona posizione sociale.

In molti prevale l’arroganza, lo svolazzo di un camice nei corridoi, indossato con un senso di superiorità contraddistingue, purtroppo, tanti medici; all’arroganza si affianca spesso l’incompetenza.

I pazienti che si accalcano in angusti pronto soccorso, con pochissimo personale  costretti sulle sedie, mancando persino le barelle, sono scene quotidiane, a cui tutti ci stiamo abituando, senza più protestare.

Nel suo libro, il  dr. Carlo Mantuano, descrivendo il nostro ospedale come un ”piccolo  grande ospedale” ricordava l’impegno di medici ed infermieri, che  pur in condizioni disagiate, riuscivano a far fronte alla richiesta di aiuto che veniva da parte dei pazienti, questi operatori sanitari avevano una grande dote, l’umanità.

Oggi tra medico e paziente  spicca il computer, la freddezza di una macchina, le norme burocratiche hanno fatto perdere il rapporto, l’empatia, che  era fondamentale  nell’atto medico.

Mi accorgo che troppo spesso le richieste di un familiare di un paziente ricoverato, viene vissuto quasi con fastidio, ciascuno applica il proprio mansionario senza pensare che una parola ,qualche minuto perso nel soffermarsi con pazienti e familiari, può essere di grande aiuto per chi si trova in situazione di grave disagio o malattia.

Grave l’assenza politica, che in questi anni per uno stupido campanilismo ha portato ai minimi termini la capacità operativa dei due ospedali.

Ancora maggiore è la colpa politica, allorché si favoriscono operatori che in quanto raccomandati  vengono sistemati, senza tener conto delle loro reali professionalità, per tali motivi spesso negli ospedali del centro e nord Italia vi operano moltissimi medici calabresi.

Personalmente, ma ascoltando altri colleghi e pazienti, la mia preoccupazione per una eventuale urgenza sanitaria incapace di essere affrontata, è ampiamente condivisa.

Oggi chi può curarsi ,va via dalla Calabria, questo è un dato incontrovertibile.

Esce la notizia di stampa “gessi di cartone a Reggio C.”, malasanità, inchieste promesse, infine nulla di fatto, questo a prescindere dal politico di turno.

Cari lettori, personalmente ho fatto una copertura assicurativa di categoria, per gravi eventi, sperando di avere il tempo per recarmi nei centri previsti, faccio notare che la compagnia assicurativa non ha individuato nella nostra regione una struttura idonea. Ma quanti oggi possono permettersi una polizza? Pensate che sia pessimista? Vi auguro di non aver bisogno di cure mediche!

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2 comments

  1. Grazie ancora una volta Cosmo per essere la voce di un popolo che sta male, fatto non solo di pazienti, ma anche di medici. Medici che credono ancora nella medicina ed amano quest’arte che ci è stata tramandata da una storia antica.

  2. SPUTTANALI COMPA’ A STI FIGLI I ZOCCOLA CA SI SU VINNUTI A SALUTE DI CALABRISI

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