Sono i nomi di Graziano Di Natale e di Francesco Giuseppe (meglio noto come Pino) Falbo, i primi a spiccare – almeno per i paolani – nelle liste presentate dai movimenti di centrosinistra che si candidano a sedere nel consiglio provinciale di Piazza XV Marzo a Cosenza.
Una differenziazione che segue il passo di quanto accade, a livello capillare, nelle varie sezioni del PD italiano, dove una diaspora innescatasi tra le varie correnti interne, ha portato a decisioni drastiche in molti ambiti.
Senza prescindere da ciò che sta verificandosi in seno alla segreteria nazionale, dove una corsa a tre caratterizzerà il periodo delle primarie democratiche, l’effetto domino su tutta la politica locale ha avuto modo di manifestarsi già nella presentazione delle liste per correre ai seggi disponibili nel Palazzo del Governo dinnanzi al quale siede Telesio.
Tralasciando i movimenti degli avversari dell’attuale andazzo, è dalle parti del centrosinistra che bisogna guardare per comprendere la vastità dell’arcipelago in cui è esploso il partito che, un tempo, si proponeva come catalizzatore dell’elettorato afferente alle filosofie ex comuniste (DS) ed ex democristiane (Margherita).
Nell’ottica di un riposizionamento determinato dall’ascesa di Cinquestelle e Lega, la mossa più accattivante compiuta dal PD è stata quella di un’apparente “purificazione”, una sorta di conta dalla quale sono stati esclusi coloro che hanno avuto esperienze di diplomazia con la parte “naturalmente” avversa al PD, vale a dire il precipitato finale della liquefazione dell’ex Pdl di berlusconiana concezione.
Ed è qui che, come un cuneo, s’innesta la sfida tra Di Natale e Falbo, col primo da sempre in linea coi dettami del partito e il secondo che, in rotta col suo portacolori consiliare, ha da tempo abbandonato la casa madre, per approdare nella corrente che fu prima di Guccione (oggigiorno avverso a Mario Oliverio) e adesso di una compagine filo presidenziale legata al nome di Franco Iacucci (un osso non molto duro nei confronti di Mario Occhiuto, candidato in pectore per la conquista della Regione da parte del centrodestra).
Il fatto che Pino Falbo sia inserito nella lista affine al consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, dove figura anche il nome di Marco Ambrogio, “epurato” dall’elenco ufficiale del PD (Provincia Democratica), traccia il segno di una spaccatura molto marcata, dove anche il carisma romano della deputata Enza Bruno Bossio ha svolto il suo ruolo.
Assenti dalla formazione “ufficiale”, per gli esponenti di un’idea di centrosinistra diversa da quella del PD, la scialuppa presidenziale (Insieme per la Provincia) rappresenta un balsamo, un’ultima occasione per dar l’impressione di incarnare i valori di un partito in cerca di autore, che dal risultato della corsa tra Zingaretti, Martina e Giachetti, riceverà la consistenza di una dimensione, uno spazio politico che oggigiorno appare piuttosto confusionario. Per la realtà paolana, comunque, si conferma un’incompatibilità insanabile tra Di Natale e Falbo, opposti e avversi ormai ad ogni livello. Chissà se in Consiglio Comunale, o a mezzo stampa, s’assisterà ad ulteriori schermaglie tra i due.