gianmarco cilento

Serra d’Aiello paese d’origine Albanese? – IL MISTERO (di G. Cilento)

di Gianmarco Cilento

Se andiamo su Wikipedia e clicchiamo sulla pagina di Serra d’Aiello, piccolo borgo di collina a 6 km da Campora San Giovanni (basso tirreno cosentino), troviamo le seguenti notizie: “Serra d’Aiello era, fino al 1870 circa, un paese in cui era d’uso la lingua arbereshe (gjuha arbëreshe) ovvero l’antico idioma italo-albanese che ancora oggi viene parlato in altre comunità albanesi d’Italia”. Arriviamo persino a leggere il suo nome albanese: Serrë. Ovviamente la pagina tende a precisare che la lingua non è più in uso in questo villaggio calabrese, e che con essa siano spariti completamente i costumi tipici della comunità arbereshe, come il rito greco-bizantino.

Eppure se ci rechiamo a Serra d’Aiello nessuno è al corrente delle origini albanesi del luogo. Un individuo del posto mi ha dato però una notizia molto interessante: in realtà nel paese vi è la presenza di un elemento arbereshe: il simbolo di un’aquila bicipite, tipico della bandiera albanese, scolpito nel marmo sulla facciata di una Chiesa del paese, la Chiesa di San Martino Vescovo. Lo stesso tizio ha formulato la seguente ipotesi: gli albanesi oltre che ad essere grandi lavoratori erano anche grandi tecnici, marmisti e scalpellini. Quindi non è da escludere in base a ciò la presenza di alcune famiglie albanesi in tempi remoti a Serra d’Aiello (anche prima dell’Unità d’Italia), e tra i membri di queste famiglie quindi il fautore di tale simbolo all’esterno di quella chiesa.

La facciata della chiesa con il simbolo dell’aquila bicipite

Non contento di quel confronto mi sono avventurato a chiedere a tutti gli altri (pochi) abitanti, perlopiù anziani, presenti sul posto, ma nessuno sembra davvero riuscire a dirmi di più a riguardo. Qualcuno come il proprietario di un negozietto di alimentari ipotizza una fugace e antichissima presenza arbereshe sul posto, altri affermano di essere certi che in paese non vi sia mai stata traccia di tutto ciò. Le origini albanesi del paese da certezza assoluta diventano quindi un grande mistero. Che qualcuno abbia scritto assurdità su quella pagina dell’enciclopedia, dal momento che tutti la possono modificare? In realtà no, perché andando a fare ulteriori ricerche ci rendiamo conto che un recente libro, “L’arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto)” scritto da Natascia De Padova nel 2014, cita, tra i tanti borghi di etnia arbereshe, anche Serra d’Aiello. Senza il nome Serrë però! Quindi chi lo ha scritto su Wikipedia da dove lo ha saputo? E soprattutto quale fonte attesta il 1870 come data di sparizione della lingua?

Festa della Madonna dei Grilli

Continuando il confronto con altri abitanti del posto sono venuti fuori altri due elementi che finiscono per dare una vera e propria conferma della presenza albanese a Serra d’Aiello in tempi lontanissimi:

1) la testimonianza della sig.ra Rosa Castelli (residente a Campora) accerta che sua nonna paterna, nata a Serra d’Aiello nel 1909, abbia sempre parlato che nella sua famiglia vi fosse stato un dialetto cosentino misto ad alcune parole “strane”, in particolar modo nelle “rumanze” (canti simili a ninne nanne) che trovavano riscontro nella parlata di una sua amica di Spezzano Albanese (paese arbereshe purosangue). Stando a ciò tale abitante potrebbe quindi essere stata l’ultima erede del dialetto albanese di Serra d’Aiello (per quanto si trattasse di poche parole)

2) Nei giorni 10/11 maggio di ogni anno si svolge in paese la Festa della Madonna dei Grilli (in memoria di un’antica invasione di cavallette nel borgo). Tale festa si tiene sin dal 1786. Durante la processione della stessa, nella prima delle due giornate, vengono trasportate delle icone, tipiche del rito greco-bizantino. Questo dato di fatto da solo finirebbe per accertare l’uso del rito tipico del popolo italo-albanese almeno nel periodo in cui è nata tale tradizione, appunto la fine del 1700.

Con questi dati sottomano è lecito dunque confermare la presenza di coloni albanesi nell’antica Serra d’Aiello, probabilmente da collocare nel periodo di insediamento sul Tirreno cosentino degli stessi, risalente al 1550 ca. (che ha portato alla fondazione di altre comunità non molto distanti come Falconara Albanese, Gizzeria e Zangarona). Essendo la Chiesa di San Martino Vescovo eretta attorno al 1600, è più che giusto collocare nello stesso periodo la realizzazione della scultura simbolo dell’Albania.

A questo punto la domanda più spinosa è la seguente: quando e perché è sparita completamente questa presenza albanese? Che nel 1870 un’alluvione del Savuto o il terremoto di Cosenza abbia fatto perdere la vita agli ultimi abitanti di lingua albanese presenti a Serra? O che qualche podestà abbia all’epoca impedito (come accaduto nella comunità di Mongrassano) l’uso dell’arbereshe o dei costumi locali sul posto? Ma anche se fosse così come è possibile che neanche le persone più anziane del posto siano al corrente di informazioni più precise? Quest’ultimo aspetto sposta quindi l’ipotesi ad una presenza albanese sparita molto prima del 1870, insediatasi come già detto nel XVI secolo, ma sparita non molto più tardi (probabilmente nel 1700) Le ricerche continuano. Speriamo che con il tempo e la pazienza possano emergere ulteriori fonti storiche che risolvano definitivamente il mistero dell’arbereshe di Serra d’Aiello…

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