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Catanzaro – Dal web alla realtà: 2 uomini indiziati per abusi su minorenne

Atti sessuali su minore è la pesante accusa formulata dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Andrea Giuseppe Buzzelli, a carico di un venticinquenne di Palermo e un quarantenne di Catanzaro, entrambi indiziati di delitto a seguito di una denuncia, presentata dalla responsabile di una comunità nella quale una minorenne aveva trovato ospitalità in seguito a forti dissidi in famiglia.

I fatti risalgono al settembre 2015, quando la ragazzina in questione aveva soltanto dodici anni, protraendosi  fino al novembre del 2017, in un escalation di “prestazioni hot” online che vedono coinvolti entrambi gli indagati, con il quarantenne catanzarese che – in almeno un’occasione – sarebbe riuscito a consumare addirittura un rapporto orale con la minore, incontrandola  in una zona appartata del quartiere che ospita la struttura nella quale la giovane era ospitata.

A settembre di quest’anno, la ragazzina compirà 16 anni, ma quando è caduta nella rete dei suoi aguzzini – che l’avrebbero indotta a intrattenere videochiamate e conversazioni su wathsapp e messenger a sfondo erotico – ne aveva solo 12.

Era stato proprio all’interno della mura della struttura che la minore aveva deciso di confidare ad alcune compagne il giro hot nel quale era finita da tempo, un racconto poi confermato in sede di incidente probatorio disposto dal giudice, Giacinta Santaniello, nel corso del quale la presunta vittima, affiancata da una psicologa nominata dalla Procura, la dottoressa Caterina Scalise, ha trovato la forza di parlare di quello scabroso giro di videochiamate e conversazioni a sfondo erotico.

Ad ascoltarla, in una stanza diversa, l’indagato quarantenne di Catanzaro, affiancato dal suo legale (l’avvocato Pietro Chiodo), oltre al magistrato e al giudice, che hanno potuto così cristallizzare le dichiarazioni della minore in vista di un eventuale processo. La stessa proceduta sarà seguita il prossimo 1 aprile rispetto alla posizione del venticinquenne di Bagheria, in provincia di Palermo che, difeso dagli avvocati Stefano Nimpo e Francesco Mancuso, sarà chiamato a chiarire circostanze in cui, insieme all’altro indagato, si sarebbe mostrati nudo alla giovane, compiendo atti sessuali e inducendo la minore a fare altrettanto, per poi commentare insieme le “gesta”, anche documentate tramite il reciproco invio di immagini fotografiche su whatsapp. Tutto materiale già acquisito agli atti dell’intricata vicenda giudiziaria.

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