L’accusa con la quale Lacramioara Paraschi è finita sotto processo, è inquadrata nell’ambito della circonvenzione di persone incapaci e appropriazione indebita.
Per gli inquirenti, la 36enne rumena di professione badante, avrebbe agito «al fine di procurarsi un ingiusto profitto», abusando «della condizione di analfabetismo e dello stato di infermità» di una delle persone anziane di cui si sarebbe dovuta prendere cura.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, convincente al punto d’aver indotto la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola – Maria Grazia Elia – ad istruire un processo, la giovane donna si sarebbe impossessata di una consistente somma di denaro che i suoi assistiti, una coppia di anziani del luogo (fratello e sorella), avevano vincolato in una polizza vita dopo aver ricevuto un risarcimento danni per la morte di una congiunta.
Difesa dall’avvocato Antonio Boderone, la rumena dovrà ora giustificare come sia riuscita a farsi “svincolare” la somma di 65mila euro, relativa alla polizza intestata ad uno dei due anziani, facendosela liquidare mediante rilascio di assegni vidimati che, una volta monetizzati, sarebbero stati versati – sempre dall’anziano – nel libretto postale da lei aperto ed a lei intestato.
La stessa 36enne dell’est dovrà oltretutto spiegare come sia stato possibile per lei, nell’immediato, stipulare una polizza vita a lei sola intestata ( valore di 60mila euro) presso il medesimo ufficio postale, azione che l’avrebbe messa in condizione di non riconsegnare più la somma di denaro sottratta ai due anziani.
Patrocinati dall’avvocato Francesco De Cesare, la coppia d’anziani “raggirati” (lui affetto da patologie invalidanti accertate dall’Inps di Cosenza, lei soggetta ad uno stato “infermità e deficienza psichica”, invalida civile, portatrice di handicap psichico o mentale sensoriale), nonché la figlia dell’uomo (pertinente sul denaro “sottratto” dalla badante), hanno chiesto e ottenuto l’ammissione come parti civili nel processo che inizierà il 9 maggio prossimo, dove dinnanzi alla corte verrà dipanata la vicenda che – al momento – lascia solo tanto amaro in bocca.