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Paola -Tela del Ragno- Nella Serpa: «Giuliano ha ammazzato mio fratello»

Dopo quanto rilasciato nel corso dell’infinita sequela di udienze e appuntamenti giudiziari seguiti all’operazione “Tela del Ragno”, colei che è stata inquadrata come la reggente del clan egemone sul territorio cittadino, è tornata a tuonare in un’aula di Tribunale.

Nella Serpa, in occasione dell’ultimo appuntamento con la Corte d’Assise d’Appello (che ha confermato l’ergastolo nei suoi confronti) è stata autorizzata a rilasciare dichiarazioni che, immediatamente, hanno assunto il carattere di accuse nei confronti del cugino Giuliano Serpa, attuale collaboratore di giustizia pentitosi successivamente alla morte dell’innocente Tonino Maiorano, padre di famiglia freddato “per errore” da imperdonabili sicari, giunti a Paola per eliminare proprio l’esponente del clan rivale a quello da cui erano stati ingaggiati.

«Giuliano ha ammazzato mio fratello…», ha detto la donna nel corso della sua deposizione, riferendosi al sanguinoso delitto costato la vita al suo congiunto Pietro, elemento che – nelle dinamiche interne all’organizzazione – era di gran lunga più considerato rispetto a suo cugino Giuliano.

Non è la prima volta che Nella Serpa punta il dito contro il pentito, condannato anch’egli a 14 anni nel corso dell’ultimo appuntamento, anche se in questa circostanza ha fatto riferimento a persone informate sui fatti.

La donna, riferendosi al cugino, già in altre circostanze ne aveva stigmatizzato la figura,  definendolo un «pesciaiolo» per i suoi modi rozzi, e ponendolo all’origine di tutti i mali accorsi alla famiglia.

Nel corso di una deposizione del 2015, la stessa Nella Serpa ebbe a ribadire che dietro l’omicidio di suo fratello Pietro ci sarebbe stato proprio il suo parente “pentito”, quel cugino dal quale persino il padre lo aveva esortato di stare alla larga.

«Mio padre era molto arrabbiato per il fatto che Pietro avesse iniziato a frequentare di nuovo Giuliano – ebbe a dichiarare all’epoca la donna – ed un pomeriggio mi chiese di accompagnarlo perché voleva parlarne con lui. Quindi andammo da Pietro e mio padre gli disse: “Ma tu ancora con questi (Ulisse e Giuliano Serpa, ndr) ti frequenti? Ma non lo hai capito che hanno ucciso ad Ennio (Serpa, ndr) e a te, Giuliano, ha fatto un attentato? Come se ti avesse ucciso! Come te lo devo dire che a questi li devi lasciare stare?!”. Pietro però rispose: “Papà, purtroppo mi sono venuti a trovare e non ho potuto cacciarli via”».

Un quadro che l’imputata all’epoca aggravò con la convinzione che la sanguinosa imboscata, in cui i sicari eliminarono suo fratello, fosse stata ispirata dai due cugini “collaboratori” (Giuliano e Ulisse Serpa).

Nonostante l’identificazione degli esecutori materiali sia chiara: «Gennaro Ditto e Antonello La Rosa sono stati quelli che, per me, hanno ucciso mio fratello Pietro»; alla donna nessuno ha mai fugato i dubbi relativi alla dinamica dell’agguato.

Nella Serpa, sempre nell’udienza del 2015, ebbe a ricostruirlo basandosi sulla testimonianza oculare di suo nipote Andrea Gentile, figlioccio di Ulisse Serpa che, nella tragica sera in cui si consumò l’omicidio di Pietro, fungeva da accompagnatore.

Un racconto drammatico, che all’epoca fu dettagliato a partire dal momento in cui la donna arrivò sul luogo in cui suo fratello giaceva in terra ormai esanime.

«Lui (Andrea Gentile, ndr) mi disse che, mentre stava uscendo da casa alle 19.30 (Pietro Serpa sarebbe stato ucciso un’ora più tardi, ndr), Ulisse gli ha detto: “André vedi che ci sono i fari della tua macchina che non vanno bene, fatteli controllare da Pietro stasera quando arrivate, che al buio si vede meglio”».

Un dettaglio sottile che, come un tarlo, nella mente dell’imputata potrebbe aver assunto la consistenza di una perdita di tempo fatale e, forse, pianificata.

Un ulteriore motivo per il quale Nella Serpa non nutriva alcuna stima nei confronti di questi parenti, soprattutto di Giuliano Serpa, è stato svelato allorquando “la Bionda” ha raccontato un episodio di molestie sessuali subite. Secondo la versione della donna, che in un pomeriggio del ’92 si era recata in visita da una cugina che abitava nello stesso stabile di Giuliano, l’uomo – dopo averla invitata per un saluto veloce – avrebbe cercato di abusare di lei forzandola a seguirlo in camera da letto. Operazione non riuscita solo grazie ad un’opportuna prontezza di riflessi.

About Francesco Frangella

Giornalista. Mi occupo di Cronaca e Politica. Sono tra i fondatori del Marsili Notizie ed ho collaborato come freelance per varie testate.

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